Come è noto la psoriasi è una malattia che può portare, se non trattata correttamente, a conseguenze importanti sulla psiche dei pazienti. Le manifestazioni visibili sulla pelle possono essere causa di disagio anche profondo, specie nei pazienti più giovani, con ripercussioni perfino sull'autostima. Da un lato infatti l'impatto della patologia sull'immagine corporea può avvilire e minare la percezione di se stessi in contesti relazionali, d'altro canto si tratta di una malattia cronica che il paziente sa di dover gestire per tutta la vita ma senza potersene mai liberare del tutto: un pensiero che può essere talvolta persino angosciante in assenza del dovuto sostegno psicologico.
Per questi motivi il paziente affetto da psoriasi può avere bisogno di un supporto che vada oltre la terapia ma che è parte integrante del suo percorso di cura. Se alcuni pazienti trovano beneficio nella psicoterapia, ad altri possono bastare sedute di meditazione oppure di mindfulness, una pratica che conduce il soggetto a concentrarsi sul momento presente controllando così i pensieri intrusivi. E poi ci sono le sessioni di rilassamento
guidato, lo yoga o ancora il training autogeno.
Tutto ciò è utilissimo, tuttavia c'è un altro aspetto molto importante che troppo spesso è sottovalutato: la comunicazione tra i pazienti. Sappiamo tutti quanto sia fondamentale per un paziente con psoriasi riuscire a parlare apertamente con il proprio Dermatologo, tuttavia non meno utile è il confronto con altre persone che vivono lo stesso problema. Dialogare con altri pazienti è utile perché ci fa sentire capiti da chi, pur non essendo medico, vive il nostro stesso disagio; è poi un confronto emotivo che aiuta a sentirsi più forti; ed è, infine, una possibilità di supporto pratico e di aiuto reciproco. Scambiare
punti di vista con gli altri pazienti è assolutamente positivo, ovviamente continuando a seguire le indicazioni cliniche che ci arrivano dal Dermatologo ed evitando pertanto di credere a notizie infondate di rimedi miracolosi che talvolta si diffondono tra i pazienti.
Un ruolo importante nel consentire un dialogo aperto tra psoriasici è quello svolto dalle associazioni pazienti che, oltre alle attività che portano avanti insieme a istituzioni e classe medica, sono anche luoghi virtuali e fisici dove i pazienti possono conoscersi e
supportarsi vicendevolmente. Insieme alle associazioni pazienti, ma anche individualmente, alcuni ospedali conducono inoltre attività destinate a far dialogare i malati. Tra queste ci sono quelle basate sulla medicina narrativa. Va detto: si tratta di sperimentazioni purtroppo lontane dall'essere attive ovunque, ma che si mostrano efficaci. Gli incontri di medicina narrativa altro non sono che momenti guidati in cui i pazienti sono invitati a raccontare, oralmente o per iscritto, la loro storia di malattia. Chi conduce questi gruppi è formato appositamente per insegnare ai pazienti a raccontare il proprio vissuto personale e umano legato alla psoriasi.
In pratica, parallelamente al percorso clinico la medicina narrativa si propone di sbloccare le emozioni grazie anche al dialogo tra pazienti. Alla base di questo concetto sta l'idea secondo cui quello del Dermatologo è un racconto scientifico che inevitabilmente lascia poco spazio al peso psicologico di una malattia cronica. Pertanto, integrando le due dimensioni - quella scientifica e quella affettiva - la persona con psoriasi può imparare giorno dopo giorno a dare un senso alla sua malattia e a controllare paure, disagio, imbarazzo e ansia.