Sentiamo parlare ormai spessissimo di intelligenza artificiale, e sempre più di frequente in riferimento alla nostra salute. Uno studio italiano ha recentemente dimostrato come l'impiego dell’ intelligenza artificiale nella gestione delle cartelle cliniche dei pazienti con artrite psoriasica possa da un lato migliorare la comprensione della malattia e dall'altro consentire di individuare le terapie migliori per ciascuno.
Sappiamo tutti quanto una diagnosi precoce sia fondamentale per una buona gestione dell'artrite psoriasica e per giungere in tempi rapidi a una terapia in grado di controllarne il decorso.
Se non trattata da subito e in modo corretto, questa patologia può infatti avere conseguenze gravi con un interessamento progressivo di diverse articolazioni: l'infiammazione che ne è responsabile può infatti condurre a progressiva rigidità, dolore e gonfiore che possono portare negli anni a una vera e propria perdita di funzionalità.

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La necessità di estrarre e studiare i dati clinici

Per poter giungere a diagnosi tempestive e a trattamenti adeguati è però sempre più importante per i Reumatologi potersi basare su grandi quantità di dati provenienti dalle cartelle cliniche dei pazienti: ciò è fondamentale tanto a scopo di ricerca quanto per la scelta delle terapie.
Questi dati sono utili a confrontare, nei diversi pazienti, aspetti quali le varie manifestazioni della patologia, la tipologia di interessamento articolare, le forme di psoriasi coesistenti, la familiarità e la risposta alle terapie.
Un ostacolo è rappresentato dall'eterogeneità di tali informazioni scritte con testo libero, che pertanto devono essere riportate manualmente all'interno dei software impiegati, per essere incrociate a scopo di ricerca e clinico.

L'intelligenza artificiale nella comprensione dei testi clinici

Nel corso dell’esperienza condotta a livello multidipartimentale presso l’Istituto Clinico Humanitas di Milano, oggetto di una comunicazione pubblicata su Annals of the Rheumatic Diseases e presentata al Congresso EULAR del 2022, sono state analizzate le cartelle cliniche di visite mediche condotte tra il 2017 e il 2020 presso il centro per le malattie immunomediate dell'ospedale milanese, al quale afferiscono specialisti dedicati alla terapia di varie condizioni di interesse reumatologico, dermatologico, gastroenterologico e allergologico.
L'analisi ha fatto uso di una tecnica definita natural language processing, in grado di estrarre dati da testi con linguaggio naturale e non strutturato.

Le prospettive, anche per altre malattie immunomediate

Lo studio ha permesso di raccogliere rapidamente informazioni utili a correlare tra loro patologie, sintomatologie, manifestazioni e terapie di pazienti affetti da artrite psoriasica e da altre patologie immunomediate a essa collegate. In ultima analisi, ciò potrebbe permettere ai Reumatologi una migliore comprensione della patologia, ma soprattutto di poter scegliere le terapie più indicate per ciascun paziente.
Naturalmente, questa esperienza rappresenta un punto di partenza e uno spunto per impiegare questo tipo di tecnologia nei processi diagnostici e di scelta terapeutica anche di altre patologie. Non solo: lo studio mostra come l'intelligenza artificiale rappresenti una notevole risorsa per il medico. Senza sostituirne le competenze, gli consentirà infatti di operare scelte sempre più ponderate in diverse specialità cliniche.

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