In Europa, la prevalenza della psoriasi tra gli adolescenti varia tra l'1,2 e il 2% della popolazione. Negli USA, uno studio del 2010 pubblicato dal Journal of the American Academy of Dermatology aveva mostrato che l'incidenza della patologia tra i teenager è duplicata tra il 1970 e il 1999. Inoltre, molte ricerche evidenziano che la psoriasi colpisca maggiormente le ragazze rispetto ai ragazzi, mentre tra gli adulti non si rilevano differenze tra i due sessi; questo porta a credere che la patologia tenda a insorgere prima nei pazienti di sesso femminile che in quelli di sesso maschile. Una differenza riguarda anche la manifestazione delle lesioni: se nelle ragazze è più frequente un interessamento del cuoio capelluto, nei ragazzi sono più spesso coinvolte le unghie.
Se l’impatto psicologico della psoriasi, causato dalle lesioni ben visibili sulla pelle, è importante per tutti, l'imbarazzo creato dalla psoriasi in età scolare nei pazienti adolescenti è ancora maggiore, dal momento che, a quest’età, si fanno già i conti con un corpo che cambia e con l'ansia che questo cambiamento genera fisiologicamente.
Proprio l'aspetto evidente delle lesioni può influenzare le relazioni dei ragazzi, a scuola e nei contesti amicali: per questo, può essere particolarmente importante un supporto psicologico oltre che medico, per comprendere il loro disagio e aiutarli a convivere con la malattia e a gestirla.
Il rischio da evitare è che il ragazzo rinunci al contatto con gli altri, andando incontro all'isolamento sociale. Erroneamente, le lesioni potrebbero essere percepite dagli altri ragazzi come contagiose e questo può spingere ad allontanare il compagno o l'amico affetto da psoriasi, alimentando uno stigma sociale infondato e molto dannoso.
I ragazzi con psoriasi potrebbero inoltre rinunciare alle attività sportive, per paura di mostrarsi nello spogliatoio o per timore che il sudore e il contatto fisico possano peggiorare la condizione dermatologica o incrementare il fastidio e il prurito.
Inoltre, a torto, i genitori dei ragazzi con psoriasi potrebbero ritenere le terapie per la psoriasi incompatibili con l'attività fisica.
C'è poi un altro aspetto critico, in adolescenza: quello dell'intimità e della sessualità. Consideriamo che la psoriasi possa coinvolgere l'area genitale nel 40% dei pazienti adulti. Nonostante al momento non esistano dati circa la prevalenza della psoriasi genitale nei ragazzi, di certo il problema riguarda anche loro ed è anzi amplificato dalle ansie che normalmente circondano le prime esperienze sessuali. Tutto ciò può minacciare il corretto sviluppo psicosessuale e affettivo e l'autostima dei giovanissimi, attraversati da emozioni di vergogna e imbarazzo.
È dunque importante che i genitori di ragazzi con psoriasi non ignorino la patologia e non sottostimino il loro disagio: come detto, la psicoterapia è assolutamente consigliata, in aggiunta alla terapia medica che deve essere seguita scrupolosamente.
Un tema centrale nei pazienti adolescenti è proprio quello dell’aderenza terapeutica: per tutti, e a maggior ragione per i giovanissimi, seguire con costanza le terapie prescritte è fondamentale per ottenere risultati e minimizzare l'impatto psicologico.
Spesso gli adolescenti hanno difficoltà a seguire attentamente le indicazioni del medico riguardo ai farmaci da assumere e alle pomate da applicare: in questo, i genitori hanno un ruolo cruciale.
Ovviamente, il rapporto con il Dermatologo è fondamentale: lo specialista deve saper gestire in modo corretto la comunicazione con il giovane paziente, per accertarsi che segua la terapia in modo attento.
La comunicazione verbale può essere complessa: non di rado, un paziente adolescente può rispondere in modo incompleto o essere poco collaborativo nel permettere al Dermatologo di comprendere la sua sofferenza psicofisica.
Di certo occorre che il medico chiarisca al ragazzo e alla sua famiglia che la psoriasi è una malattia cronica, che non guarirà mai, ma che, grazie alle terapie, è possibile controllarla in modo efficace consentendogli una buona qualità di vita.
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