Chi fa sport impiega spesso tessuti sintetici pensati appositamente per l'attività fisica, come i tessuti tecnici. Per i pazienti con psoriasi questi capi non sono totalmente da evitare, nonostante spesso si senta dire che chi soffre di psoriasi dovrebbe indossare solo fibre naturali. Bisogna però fare qualche precisazione. La pelle durante lo sport gioca un ruolo essenziale: la sudorazione è infatti fondamentale quando svolgiamo attività intensa. Tuttavia su una pelle lesionata il sudore può causare problemi legati allo sfregamento costante con gli indumenti. Per questo il primo requisito dell'abbigliamento sportivo è che, a prescindere dall'origine del filato, sia traspirante. Ciò consente di evitare il ristagno di sudore sulle lesioni.
Molti tessuti tecnici sono perfettamente adatti anche alla pelle di chi soffre di psoriasi. Si tratta di indumenti capaci di garantire impermeabilità ma al contempo traspirazione: da qualche tempo esistono in commercio articoli di abbigliamento sportivo realizzati con il supporto dermatologico proprio per pazienti con psoriasi, ma anche dermatite atopica e varie forme di eczema. Questi tessuti, definiti "intelligenti", presentano caratteristiche peculiari: oltre a essere traspiranti e leggeri, sono antibatterici e progettati per ridurre l'attrito con la pelle. Sono di facile manutenzione, duraturi e non assorbono creme o unguenti che i pazienti devono spesso applicare sulla pelle. Inoltre si tratta di capi studiati anche nella forma e nel design, in modo da non creare tensioni sulla pelle: ad esempio le etichette e altri elementi quali bottoni e cinture non vengono mai a contatto con la pelle.
Al di là del tessuto, pantaloni, magliette e felpe indossate durante lo sport dovrebbero essere sempre leggeri e comodi: dunque mai aderenti, come i pantaloncini da ciclista. In alternativa alle fibre tecniche e "intelligenti", possiamo scegliere fibre naturali quali il cotone e il lino: assorbono il sudore, consentono un buon passaggio dell'aria e una dispersione dell'umidità e impediscono il surriscaldamento della pelle. Sono invece da evitare tessuti sintetici come poliammide, poliestere, polipropilene, elastano e clorofibra che agiscono in senso opposto aumentando il ristagno dell'umidità e quindi prurito e irritazione, ma anche il rischio di formazione di nuove lesioni.
Particolare attenzione va prestata dai pazienti affetti da psoriasi inversa. Questa forma è caratterizzata da lesioni di un colore rosso acceso, prive di squame e non in rilievo, collocate nelle pieghe della pelle: sotto le ascelle, all'inguine, tra i glutei e, nelle donne, sotto il seno. È chiaro come l'attività sportiva provochi in questi casi un attrito ancora superiore rispetto a quanto capita nelle altre forme di psoriasi: lo sfregamento, specie in chi è sovrappeso, provoca molto attrito che, insieme alla sudorazione, può incrementare le lesioni nelle pieghe cutanee fino al sanguinamento. In questi soggetti un'attenzione all'abbigliamento (sportivo e non) non è solo raccomandato, ma è fondamentale.
Proprio in chi presenta lesioni in queste aree della pelle, e in chi è affetto da psoriasi genitale, l'attenzione va posta pertanto anche all'abbigliamento intimo. Durante lo sport questo deve ridurre al minimo il ristagno di umidità che, in queste aree, è naturalmente maggiore. Oggi sul mercato iniziano a essere disponibili anche slip pensati per gli psoriasici, realizzati in materiali traspiranti e senza cuciture a contatto con la pelle.