La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle che intrattiene numerosi legami con altre patologie immunomediate e di tipo infiammatorio. In particolare diversi studi hanno evidenziato una stretta correlazione con le malattie infiammatorie croniche intestinali (indicate con le sigle MICI o IBD, inflammatory bowel disease), e cioè la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa. In altre parole, molte persone con psoriasi sviluppano i sintomi di queste patologie ma anche molte persone affette dalle due condizioni intestinali sviluppano la psoriasi.
Le IBD sono patologie croniche che si manifestano con fasi di riacutizzazione alternate a fasi di remissione: causano sintomi quali diarrea, dolore addominale, dimagrimento da malassorbimento, presenza di sangue e muco nelle feci, debolezza e con un danno ai tratti di tubo digerente colpiti. Possono infatti dar luogo a ulcere, stenosi (cioè restringimenti patologici del lume intestinale) e a un aumentato rischio di patologie oncologiche a carico dell’intestino. La loro causa è sconosciuta, ma si ritiene che, come per la psoriasi, un ruolo decisivo sia quello legato a un malfunzionamento del sistema immunitario che colpisce l’intestino come farebbe con un agente patogeno da debellare. La connessione tra IBD e psoriasi sembra dunque essere legata al fatto che le tre patologie condividono in parte lo stesso meccanismo patogenetico. Non a caso è stata rilevata una correlazione anche tra psoriasi e altre malattie immunomediate o autoimmuni come l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la spondilite anchilosante e, naturalmente, l'artrite psoriasica.
Nel corso degli anni studi hanno statisticamente rilevato un aumentato rischio di psoriasi nei soggetti con IBD e viceversa nonostante le percentuali riportate siano variabili. Ad esempio un articolo del 2020 ha condotto una metanalisi sistematica della letteratura dimostrando una prevalenza di IBD del 1,2 per cento nei soggetti con psoriasi (0,7 per la malattia di Crohn e 0,5 per la rettocolite ulcerosa), valori più elevati negli adulti rispetto ai bambini e agli adolescenti, mentre ha stimato una prevalenza di psoriasi del 4,2 per cento nei pazienti con IBD (3,6 nella malattia di Crohn, 2,8 nella rettocolite ulcerosa). Questi valori sono notevolmente superiori a quelli di chi sviluppa una delle malattie senza essere affetti dall’altra. In linea generale, come dimostrato da uno studio del 2022 pubblicato su Jama Dermatology, tali correlazioni sembrano più evidenti nei pazienti affetti da malattia di Crohn piuttosto che da rettocolite ulcerosa.
Ancora più nel dettaglio, è stato dimostrato come esistano basi genetiche a giustificare l’aumentato rischio di IBD nei pazienti con psoriasi (e viceversa). Gli studi sul genoma umano hanno infatti rilevato loci di suscettibilità comuni: ad esempio uno studio pubblicato sugli Annals in Medicine da ricercatori della Zhejiang University (Cina) ha raccolto dati da indagini condotte sull’intero genoma con lo scopo di identificare varianti genetiche coinvolte nelle tre malattie. Dall’analisi è emerso che le IBD, e in particolare la malattia di Crohn, sono associate a un aumento del rischio di psoriasi e di artrite psoriasica mentre la rettocolite ulcerosa ha mostrato solamente un’associazione unidirezionale con la psoriasi. Sarebbero otto, secondo gli studiosi cinesi, le varianti genetiche candidate e geni di rischio associati a una base genetica condivisa.
Ma non è tutto. Esistono infatti altre cause che sembrano correlare la psoriasi con le IBD: una di queste è rappresentata dall’azione del microbiota intestinale, ovvero la flora batterica che colonizza l’intestino e in particolare il colon e che, da quanto sappiamo oggi, ha un ruolo importante nella funzione immunitaria. Da tempo è infatti noto un legame tra gli stati infiammatori cronici, come quelli che caratterizzano le malattie immunomediate quali psoriasi e IBD, e la varietà dei ceppi batterici che popolano l’intestino. Non a caso è stato riportato come gli psoriasici siano frequentemente portatori di un microbiota alterato, tanto a livello intestinale quanto della pelle. Non a caso è dimostrato che un cambiamento di alimentazione può avere effetti positivi sulla psoriasi.
Questi dati sono di rilevanza in ambito clinico: la conoscenza di tali correlazioni è utile al dermatologo nell’identificare precocemente segnali che potrebbero far pensare a una malattia di Crohn o a una rettocolite ulcerosa nei pazienti in cura. In questi casi il medico invierà il paziente a una valutazione gastroenterologica così da giungere a una diagnosi tempestiva e senza pericolosi ritardi. In questo senso è estremamente importante che i pazienti psoriasici siano seguiti da centri specializzati nella cura di questa patologia. Questi reparti, infatti, lavorano in ottica multidisciplinare consentendo un inquadramento completo che consideri anche le comorbilità della psoriasi: quelle gastroenterologiche, ma anche reumatologiche (l’artrite psoriasica), cardiovascolari e metaboliche.