Esiste una correlazione tra artrite psoriasica e osteoporosi che dovrebbe spingere i pazienti che ne sono affetti a verificare con il proprio medico l’opportunità di valutare la salute delle proprie ossa. Chi è affetto da psoriasi e da artrite psoriasica può presentare infatti maggiore fragilità ossea, specie in alcune condizioni.
L’osteoporosi è una malattia dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale dell’osso che provoca un deterioramento della stessa struttura, con conseguente fragilità e quindi con rischio di fratture, anche a seguito di traumi leggeri. Le ossa più tipicamente interessate da rottura sono le vertebre e il femore, ma anche i polsi, le caviglie e gli omeri. È noto che questa condizione è più comune nella popolazione anziana e nelle donne dopo la menopausa. Si tratta quindi di una patologia molto diffusa: in Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, ne è interessato il 23 per cento delle donne oltre i quarant’anni e il 14 per cento degli uomini oltre i sessanta.
Per i pazienti con psoriasi e artrite psoriasica è importante monitorare la salute ossea quando si è meno giovani, e in particolare dovrebbero farlo le donne. Ma da dove deriva questo maggior rischio, proprio nei pazienti affetti dalla patologia dermatologica e da quella articolare? Vari studi hanno mostrato un effetto diretto di alcune citochine proinfiammatorie coinvolte nella psoriasi e nell’artrite psoriasica anche nell’induzione di un riassorbimento osseo accelerato. In pratica ciò che causa l’infiammazione alla base delle due patologie potrebbe accelerare anche l’insorgenza e l’evoluzione dell’osteoporosi. Ma non solo: i pazienti con artrite psoriasica, se non correttamente trattati, tendono a ridurre la loro attività fisica. Uno scarso allenamento e l’immobilità protratta aumentano anch’essi la perdita di contenuto minerale osseo. Peraltro chi si muove poco è a rischio sovrappeso, e come noto un eccesso ponderale ha un impatto notevole sull’apparato muscolo-scheletrico e può ulteriormente portare a fratture, soprattutto se l’osso è già indebolito nella sua struttura.
Va detto che a oggi i dati non sono uniformi nel definire il rischio di osteoporosi nei pazienti con psoriasi e in quelli con artrite psoriasica: alcuni studi mostrano una prevalenza maggiore nei primi, altri nei secondi. Di certo però tutti documentano un aumentato rischio di fratture in entrambi i casi, soprattutto nei pazienti con lunga durata di malattia. Per questo, soprattutto negli anziani, è importante che Dermatologo e Reumatologo affrontino il tema della fragilità ossea soprattutto in caso di osteopenia, ovvero una forma di riduzione della massa ossea che non è ancora evoluta in osteoporosi. Oggi esistono infatti esami specifici per valutare la condizione dell’osso così da intervenire in ottica di prevenzione. Ad esempio, nelle donne, può essere utile valutare la densità ossea a partire dai quarant’anni: è infatti già con la premenopausa e poi con la menopausa che gli sconvolgimenti ormonali possono portare a una sua riduzione. Quando i segnali di fragilità ossea ci sono è utile un consulto multidisciplinare che comprenda Reumatologo, Ortopedico, Nutrizionista e, nelle donne, il Ginecologo. In molti casi è utile anche un’integrazione alimentare, ad esempio in presenza di valori bassi di calcio e di vitamina D.