Tumore alla prostata: poca prevenzione

Movember: scarsa prevenzione tra gli uomini italiani

Gli uomini non prestano ancora abbastanza attenzione alla prevenzione del tumore alla prostata.
Uno studio Ipsos presentato lo scorso 16 novembre a Roma, nel corso del convegno annuale Androday organizzato da Fondazione Pro, ha mostrato come solo il 6 per cento degli uomini italiani intervistati, tra i 50 e i 70 anni di età, abbia eseguito uno screening oncologico relativamente a questa forma di cancro. Ben il 46 per cento ha affermato di non fare controlli se non ci sono sintomi, mentre quasi il 60 per cento ha dichiarato di fare solamente un controllo annuale dal medico di medicina generale.

Le ragioni della scarsa prevenzione

I numeri sono piuttosto sconcertanti, se consideriamo che in Italia il tumore prostatico è il più diffuso nella popolazione maschile: dati Airc illustrano come rappresenti a oggi il 18,5 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo con più di 36.000 nuovi casi ogni anno.

Peraltro oggi sappiamo che la malattia ha raramente un esito infausto se si interviene rapidamente.

Alla base della mancanza di attenzione alla prevenzione ci sono sicuramente fattori culturali e sociali: da un lato la scarsa propensione di molti uomini a occuparsi della propria salute e dall'altro la reticenza e l'imbarazzo nel rivolgersi al medico per questioni legate alla sessualità e all'apparato riproduttivo.

Non serve molto: basta andare dall'Urologo

Il tema torna alla ribalta anche quest'anno a novembre, mese della prevenzione del tumore alla prostata e delle patologie maschili, diventato celebre grazie alla campagna internazionale Movember che invita gli uomini a farsi crescere i baffi come segno di aderenza alla campagna stessa e di sensibilizzazione nei confronti della prevenzione.

Come spiegano gli esperti della Società Italiana di Urologia, che anche quest'anno ha aderito con una serie di iniziative, tutti gli uomini dai 40 anni in su dovrebbero sottoporsi a una valutazione urologica, necessaria a evidenziare fattori di rischio associati alle patologie andrologiche e al tumore alla prostata in particolare.

Come noto, un'accurata visita con palpazione dell'organo ed eventualmente l'esecuzione di esami specifici prescritti dall'Urologo possono essere sufficienti a intercettare precocemente segnali di una possibile neoplasia prostatica.

L'importanza di agire per tempo

Va tenuto in considerazione inoltre un aspetto importante. Generalmente nelle sue fasi iniziali il tumore prostatico non dà sintomi evidenti: questi infatti tendono a comparire solo con la progressione della malattia, sotto forma di difficoltà a urinare e necessità di farlo frequentemente, sensazione di mancato svuotamento della vescica e con la presenza di sangue nelle urine.

Per questo è necessario giocare d'anticipo, prima che eventuali sintomi si manifestino o comunque ai primissimi segnali. Un tumore prostatico scoperto in fase iniziale può oggi essere tenuto sotto sorveglianza attiva oppure, a seconda dei casi, può essere rimosso con un intervento chirurgico mininvasivo robotico o con un breve ciclo di radioterapia.

La familiarità e le mutazioni genetiche

Un altro tema rilevante a questo proposito, emerso anche nel corso di Androday, è quello della familiarità. Gli uomini che hanno un parente di primo grado (padre, zio o fratello) che ha o ha avuto un carcinoma prostatico hanno un maggiore rischio di ammalarsi, soprattutto se la malattia è stata diagnosticata a più di un familiare anche prima di 65 anni.

Eppure i dati di Ipsos raccontano di una scarsa attenzione da parte della popolazione maschile anche in presenza di familiarità note: spesso nemmeno questi soggetti si dedicano alla prevenzione come dovrebbero.

Oggi peraltro sappiamo che una percentuale fra il 5 e il 15 per cento dei carcinomi prostatici è associata a una mutazione genetica ereditaria: chi ha familiarità dovrebbe a maggior ragione andare a fondo consultando un genetista dal momento che la consapevolezza di essere portatori della stessa mutazione può modificare drasticamente l'evoluzione della malattia. Peraltro oggi esistono terapie mirate per i tumori prostatici ereditari, che purtroppo sono più aggressivi, e c'è inoltre la possibilità di effettuare uno screening a cascata sui familiari sani a rischio attivando programmi di sorveglianza e prevenzione.

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Il cancro alla prostata, Aimac, www.aimac.it/scarica-libretto.php?id=8&file=08_Prostata

Movember 2022, Società Italiana di Urologia, www.siu.it/movember-2022

Tumore alla prostata, gli uomini italiani fanno poca prevenzione, Repubblica, www.repubblica.it/salute/2022/11/17/news/tumore_prostata_prevenzione-374951043/

Tumore alla prostata: 40mila casi e 7mila morti, ma scarsa prevenzione. Lo studio, SkyTg24, www.tg24.sky.it/salute-e-benessere/2022/11/16/tumore-prostata-scarsa-prevenzione

Tumore della prostata, Airc, www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-della-prostata

Tumore della prostata, attenzione alla familiarità. Puntare alla diagnosi precoce, InSalute News, www.insalutenews.it/in-salute/tumore-della-prostata-attenzione-alla-familiarita-puntare-alla-diagnosi-precoce/


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