Colesterolo e tumore prostatico: quale legame?

COLESTEROLO E TUMORE PROSTATICO: QUALE LEGAME?

Il legame tra cattiva alimentazione e rischio di sviluppo di tumori, compreso il carcinoma prostatico, è noto da tempo. In particolare è ben chiaro il ruolo della sindrome metabolica e di uno dei suoi fattori principali: l'ipercolesterolemia. Un recente studio coordinato da ricercatori italiani ha fatto il punto dimostrando che abbassare il livello di colesterolo aiuta a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore alla prostata. In questo senso la ricerca conferma le indicazioni che spingono verso una riduzione del colesterolo, prima di tutto seguendo una dieta a basso contenuto di grassi animali e ad alto contenuto di fonti vegetali e, solo quando necessario e secondo indicazione medica, con l'impiego di farmaci.

Ridurre il colesterolo per prevenire il cancro alla prostata

La riduzione del colesterolo - spiegano gli studiosi dell’Università di Milano, dell’Istituto nazionale dei tumori e del Centro di riferimento oncologico di Aviano nel paper pubblicato da Food & Function - non è quindi solo benefica in termini di ridotto rischio cardiovascolare, ma anche nella prevenzione tumorale e in particolare del cancro alla prostata. La novità di questo studio, rispetto a quelli precedenti che già avevano suggerito un ruolo chiave del colesterolo nello sviluppo del tumore alla prostata, sta nell'aver evidenziato queste dinamiche analizzando le abitudini alimentari di un elevato numero di pazienti.

La relazione tra colesterolo e carcinoma prostatico: lo studio

Gli studiosi hanno infatti valutato i dati di pazienti tra i 46 e i 74 anni colpiti da carcinoma prostatico, confrontati a quelli di soggetti sani della stessa età. Tramite questionari sono state raccolte informazioni sulle abitudini nutrizionali nei due anni precedenti, ma anche su familiarità oncologiche e abitudine al fumo. La dieta di ciascun partecipante è stata valutata prendendo in considerazione alcuni indicatori alimentari noti proprio per la loro capacità di ridurre il colesterolo nel sangue: consumo elevato di fibre alimentari viscose, di acidi grassi monoinsaturi, di legumi e di olio di semi e di mais, di alimenti a basso indice glicemico e il ridotto introito di acidi grassi saturi e di colesterolo alimentare. Analizzando i dati, i ricercatori hanno potuto dimostrare che a un'aumentata aderenza a una dieta corrisponde una riduzione del rischio di sviluppare il cancro alla prostata.

Ipercolesterolemia e carcinoma prostatico

Lo studio non ipotizza però i meccanismi secondo i quali l'ipercolesterolemia favorisce, sotto un profilo biochimico, la proliferazione tumorale. Tali possibili legami furono invece sintetizzati da uno studio americano del 2013 pubblicato da Current Opinion in Pharmacology. Tra questi è citato il ruolo del colesterolo nella crescita cellulare: in particolare il rapido sviluppo delle cellule tumorali ne richiede elevati livelli per potersi compiere. Inoltre una delle conseguenze patologiche dell'ipercolesterolemia è la formazione di lesioni aterosclerotiche con accumulo di lipoproteine a bassa densità (Ldl), cioè il "colesterolo cattivo". Tale deposito nel tempo dà luogo a infiammazione, e oggi sappiamo che circa il 20 per cento dei tumori si sviluppano in conseguenza a infiammazione cronica. Tra questi c'è appunto il carcinoma prostatico. Infine va ricordato che la neoplasia è sensibile all'azione degli ormoni sessuali maschili, pertanto il colesterolo in eccesso potrebbe promuoverla dal momento che è un precursore della sintesi degli androgeni.

L’ipercolesterolemia come fattore predittivo di diagnosi infauste di carcinoma prostatico

C'è poi da considerare che l'ipercolesterolemia è un fattore di rischio in particolare per le forme più serie di tumore alla prostata: lo ha chiarito lo studio americano REDUCE del 2017 mostrando la correlazione tra livelli di colesterolo totale e il rischio di diagnosi di carcinoma prostatico di alto grado. Questo spiegherebbe anche la ragione per cui l'ipercolesterolemia è più frequentemente associata a tumore prostatico metastatico: lo ha dimostrato uno studio del 2020, questa volta giapponese, condotto su 351 soggetti malati. I pazienti sono stati valutati in base a fattori clinici quali età, indice di massa corporea, stadio di malattia, valori di Psa, colesterolo totale e alcuni ormoni tra cui il testosterone. Dall'analisi dei dati è emerso appunto che i livelli di colesterolo totale erano più alti nei casi di carcinoma prostatico metastatico, e ciò evidenzia quanto il colesterolo possa essere considerato un fattore predittivo di diagnosi particolarmente sfavorevoli.

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FONTI

Abbassare il colesterolo per ridurre il rischio di cancro alla prostata, Airc, https://www.airc.it/news/abbas...

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"Tumore alla prostata, il rischio si abbassa con una dieta sana", Medico & Paziente, https://medicoepaziente.it/202...

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