Le persone affette da ipertensione arteriosa polmonare
(PAH) presentano una ridotta qualità della vita e minore capacità di
gestire i fattori di stress.
È quanto emerge da uno studio svedese
condotto su un gruppo di 440 pazienti con PAH o con ipertensione
polmonare cronica tromboembolica (CTEPH).
La ricerca si è basata
sull’analisi delle risposte fornite dai partecipanti a cinque
questionari specifici che permettono di valutare diversi aspetti della
vita quotidiana, non solo per quanto riguarda l'assolvimento delle
normali attività, ma anche aspetti più personali, come la gestione della
malattia e le terapie ad essa connesse.
Dai risultati è emerso che le persone con PAH hanno una qualità della vita moderatamente compromessa, peggiore rispetto a quella dei pazienti con l’ipertensione polmonare cronica tromboembolica. Inoltre, le forme di PAH associate a patologie del connettivo, comportano un impatto negativo maggiore. I pazienti con una ridotta qualità di vita vivono più spesso da soli, con conseguente minore capacità di affrontare la malattia e di gestire lo stress, in assenza di una valida rete sociale di supporto. A tal riguardo gli studiosi sottolineano come, ad integrazione dell'aiuto da parte di familiari e amici, la costruzione di un nuovo network sociale, che comprenda anche le associazioni dei pazienti, possa aiutare le persone con PAH a migliorare molti aspetti legati alla qualità della loro vita.
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Ivarsson B, Hesselstrand R, Radegran G, Kjellstrom B. Health-related
quality of life, treatment adherence and psychosocial support in
patients with pulmonary arterial hypertension or chronic thromboembolic
pulmonary
hypertension. Chron Respir Dis. 2019;16:1479972318787906. doi:10.1177/1479972318787906.