Nonostante i recenti progressi nella gestione
terapeutica dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa polmonare
(PAH), la loro sopravvivenza rimane scarsa.
La tempestiva identificazione della PAH, specialmente nei soggetti ad
aumentato rischio di svilupparla, e la stratificazione prognostica dei
pazienti, sono un obiettivo fondamentale nella pratica clinica e
rimangono delle sfide importanti.
Nel 2018, Farina e colleghi hanno pubblicato una
revisione – disponibile in bibliografia – sul ruolo del test da sforzo
cardiopolmonare (CPET) nella PAH.
Il CPET è un metodo non invasivo per valutare la
capacità funzionale e la limitazione all'esercizio, fornendo
informazioni sulla risposta cardiovascolare, respiratoria, metabolica e
muscolare allo sforzo fisico. Può essere raccomandato a tutti i pazienti
affetti da ipertensione polmonare (PH) che sono in grado di eseguire
test da sforzo e sono clinicamente stabili (gruppi funzionali I – III
della New York Heart Association, NYHA). Infatti, il CPET è un test
sicuro anche nei pazienti con gravi limitazioni all'esercizio. È un
metodo non invasivo e di solito viene eseguito in assenza di
emogasanalisi arteriosa.
I parametri del CPET, in particolare il picco di consumo
di ossigeno, la produzione di anidride carbonica e il rapporto
ventilazione minuto/produzione di anidride carbonica, emergono come
nuovi strumenti prognostici per i pazienti affetti da PAH. Inoltre, il
CPET fornisce una valutazione fisiopatologica completa della limitazione
dell'esercizio fisico dei pazienti e della dispnea, che sono i sintomi
principali e precoci della malattia. La dispnea, o fame d’aria, è il
tipico sintomo di una respirazione difficoltosa, che in condizioni
fisiologiche si verifica quando il nostro organismo compie uno sforzo
cardiopolmonare notevole.
La revisione di Farina e colleghi si concentra sul ruolo della CPET nella gestione dei pazienti con PAH, riportando le raccomandazioni delle linee guida per la CPET e discutendo la fisiopatologia della limitazione all'esercizio e l'uso più recente della CPET nella diagnosi, nella prognosi e nell’identificazione di target terapeutici della PAH.
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Farina S et al. Eur Respir Rev. 2018 May 2;27(148):170134.