L'ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è una malattia rara e progressiva con una prognosi
sfavorevole. Il modello fisiopatologico è principalmente caratterizzato da un mismatch del
postcarico, in cui un aumento del postcarico del ventricolo destro, guidato da una maggiore
resistenza vascolare polmonare, porta a insufficienza cardiaca destra.
Le linee guida internazionali raccomandano l'ottimizzazione del trattamento sulla base di
valutazioni standard del rischio in modo tale da raggiungere o mantenere uno stato di basso
rischio. I punteggi attuali di classificazione del rischio si basano su un approccio multimodale, che
include parametri demografici, clinici, funzionali, sotto sforzo, laboratoristici ed emodinamici, ma
che mancano di parametri ecocardiografici significativi.
L'originalità dell'ecocardiografia si basa sull'opportunità di valutare in modo non invasivo una
combinazione fisiologicamente significativa di variabili facili da misurare, strettamente correlate
all'adattamento/disadattamento del ventricolo destro all'aumento del postcarico, il principale
determinante della prognosi di un paziente.
I parametri morfologici e funzionali derivati dall'ecocardiografia sono stati studiati nella PAH,
dimostrando di avere rilevanza prognostica. L'ecocardiografia è uno strumento facile da usare, ed
è ampiamente utilizzato per valutare la struttura e la funzione del ventricolo nella pratica clinica. È
un esame rapido, a basso costo con un rapporto costi/benefici estremamente favorevole. Come
già accennato, è utile nella valutazione non invasiva del carico emodinamico del ventricolo destro
nella PAH, consentendo un'analisi più dettagliata e precisa delle condizioni del paziente rispetto al
comune esame clinico. Infatti, l'aggiunta di dati ecocardiografici agli attuali punteggi di rischio può
consentire una migliore identificazione dell'adattamento del ventricolo destro nel follow-up dei
pazienti con PAH.
In definitiva, queste informazioni aggiuntive consentirebbero una maggiore stratificazione del paziente, portando a una gestione terapeutica ottimizzata e personalizzata.
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Miotti C et al. J Clin Med. 2021 Feb 6;10(4):619.