L’ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è una patologia del sistema
vascolare polmonare in cui il deterioramento del ventricolo destro è
causato da un progressivo aumento del postcarico. La funzionalità del
ventricolo destro è il predittore più importante sia della morbidità che
della mortalità e può essere utilizzato come marker per
analizzare la risposta ad un trattamento. Tuttavia, quantificare la
funzionalità del ventricolo destro risulta assai difficoltoso a causa
della geometria di questa camera cardiaca, che rende difficile una
misurazione precisa mediante ecocardiografia. Esistono altre metodologie
per misurare la funzionalità del ventricolo destro, come la risonanza
magnetica cardiaca e il cateterismo del cuore destro (RHC): la prima
tecnica risulta costosa e mal tollerata dai pazienti, la seconda è più
invasiva, oltre ad essere altrettanto costosa. Il test del cammino in 6
minuti (6MWT) è un elemento molto importante nella valutazione della PAH
in quanto sembra rispecchiare l’efficienza del ventricolo destro in
situazioni di stress, oltre ad essere un test che può essere ripetuto in
maniera seriale nella pratica clinica. Questo test fornisce, dunque,
delle misurazioni semplici, economiche e non invasive. Nonostante ciò, i
risultati sulla distanza percorsa potrebbero essere influenzati anche
da fattori non cardiopolmonari, come età, altezza, peso, sforzo fisico e
patologie del sistema muscolo-scheletrico. In questo articolo,
pubblicato sulla rivista Pulmonary Circulation, gli autori
hanno riportato i risultati di uno studio condotto su 51 soggetti, 8
sani e 43 affetti da PAH. Uno degli obiettivi era quello di dimostrare
che la misurazione della frequenza cardiaca durante il test del cammino
in 6 minuti potesse dare dei risultati maggiormente riproducibili
rispetto al solo utilizzo del 6MWT. Nei risultati dello studio, gli
autori riportano che il rapporto tra la spesa energetica cardiaca (heart rate expenditure, HRE) e la distanza percorsa (distance,
d) nel 6MWT migliora la riproducibilità del test del cammino nei
pazienti stabili ed è correlato ai risultati emodinamici ottenuti con
tecniche più invasive; inoltre, non è stato evidenziato nessun
cambiamento nel picco massimo della frequenza cardiaca nei pazienti
stabili.
In definitiva, lo studio ha dimostrato che monitorare la frequenza
cardiaca durante il test del cammino in 6 minuti fornisce alcuni dati
fisiologici che permettono ai medici di tener conto dello sforzo fisico o
delle variabili casuali durante il cammino (soprattutto per le
camminate più lunghe) e quindi di individuare più facilmente i
miglioramenti clinici rispetto all’utilizzo del solo test del cammino.
Il rapporto HRE/d è una misura riproducibile e relativamente poco
costosa che può costituire una misura indiretta della funzione
ventricolare destra. La variabilità tra le misure seriali del rapporto
HRE/d era inferiore rispetto a quella del solo 6MWD, e il rapporto HRE/d
correlava con outcome clinicamente significativi. Questa
combinazione fra riproducibilità aumentata e la sua relazione con la
funzionalità del ventricolo destro (se confermata), potrebbe rendere il
rapporto tra spesa energetica cardiaca e distanza percorsa un ottimo
strumento non invasivo ed economico per la valutazione del rischio.
Ulteriori studi saranno necessari per valutare l’utilità del rapporto
HRE/d nel prevedere risultati clinici a lungo termine e per rilevare la
risposta terapeutica nei pazienti che percorrono lunghe distanze.