L’amore fa bene alla prostata

L'AMORE FA BENE ALLA PROSTATA

Secondo una ricerca pubblicata su European Urology le eiaculazioni frequenti hanno un effetto protettivo nei confronti del tumore alla prostata a basso rischio.

La ricerca americana, pubblicata sulla rivista European Urology, ha valutato se la frequenza di eiaculazioni in età adulta fosse correlata al rischio di cancro alla prostata. I ricercatori hanno scoperto che gli uomini con eiaculazioni abbastanza frequenti in età adulta avevano meno probabilità di essere successivamente diagnosticati con cancro alla prostata.

Il report, Ejaculation Frequency and Risk of Prostate Cancer: Updated Results with an Additional Decade of Follow-up, ha seguito i 31.925 uomini che facevano parte dell’Health Professionals Follow-up Study per quasi due decenni, per rilevare che le eiaculazioni frequenti possono proteggere gli uomini dal cancro della prostata a basso rischio. In particolare, gli uomini che eiaculano almeno 21 volte al mese hanno un rischio inferiore di cancro alla prostata rispetto agli uomini che eiaculano solo dalle quattro alle sette volte al mese. L’effetto protettivo sembra emergere per la malattia a basso rischio, mentre lo studio non ha riscontrato alcun impatto della frequenza dell'eiaculazione sulle diagnosi di cancro alla prostata ad alto rischio.

I ricercatori dell'Harvard T.H. Chan School of Public Health hanno valutato l'impatto dell'eiaculazioni (rilevate tramite questionario) negli uomini di età compresa tra 20 e 29 anni e tra 40 e 49 anni sulle diagnosi e i risultati sul cancro alla prostata. Il gruppo di ricerca aveva ipotizzato che eiaculazioni più frequenti potessero proteggere gli uomini dal cancro alla prostata, riscontrando in effetti che il rischio era inferiore di circa il 20% negli uomini che eiaculavano 21 volte o più durante un mese, rispetto a quelli che eiaculavano da quattro a sette volte. Osservando diversi tipi di cancro alla prostata, il team ha scoperto che eiaculare 13 volte o più volte in media ha ridotto la probabilità di carcinoma prostatico a rischio basso o intermedio del 25-28% nelle varie fasce d'età. Mentre non è stato trovato alcun legame tra la frequenza di eiaculazione e il cancro alla prostata ad alto rischio.

Una vita sessuale attiva è generalmente considerata un indicatore di buona salute generale e potrebbe influenzare il rischio di cancro positivamente. Eppure, nello studio, una maggiore frequenza di eiaculazione era legata ad alcuni fattori considerati non ottimali dal punto di vista della salute. In particolare, tra gli uomini di età compresa tra 40 e 49 anni, l'eiaculazione più frequente era associata a un più alto indice di massa corporea (BMI), a un maggiore consumo di calorie e alcol, a divorzi e a una storia di infezioni a trasmissione sessuale. Ma era associata anche livelli più alti di esercizio fisico, che, stando all’editoriale di commento dello studio, potrebbero compensare le conseguenze negative del sovrappeso o del consumo di alcol.

In che modo usare i risultati di questo lavoro? Come consigliare i pazienti sui potenziali benefici per la salute legati all'eiaculazione? Non è esattamente questo il punto. Sempre nell'editoriale, i ricercatori dell'University of Washington, hanno provato a spostare l’attenzione sul fatto che i bassi tassi di eiaculazione potrebbero essere un segnale di altri problemi di salute a cui prestare attenzione: “Proprio come la disfunzione erettile può essere un presagio di malattia cardiovascolare, allo stesso modo il numero di eiaculazioni al mese può dire qualcosa in più sulla salute personale che può essere evidenziato durante la visita medica”. Basse frequenze di eiaculazione potrebbero essere un sintomo di problemi di salute che richiedono una valutazione aggiuntiva ed è questa consapevolezza che può guidare l’implementazione clinica positiva di questi risultati.

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FONTI

Holt SK, Schade GR, Gore JL. More Is More: Disentangling the Importance of Ejaculation Frequency, European Urology, 2016; 70: 983–984.

Ridera JR, Wilson KM, Sinnott JA, et al. Ejaculation Frequency and Risk of Prostate Cancer: Updated Results with an Additional Decade of Follow-up, European Urology, 2016; 70: 974–982.

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