LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA
» Nel mondo accademico e della ricerca guadagna sempre più spazio la psicologia applicata all’ambito oncologico, ovvero il supporto che si può e si deve fornire ai pazienti. Il benessere psicologico e mentale può avere effetti positivi sullo stato generale del paziente e sulla sua qualità di vita.
Un recente studio pubblicato sulla rivista Cancer ha esplorato questo legame tra stato psicologico e malattia, concentrandosi sulla leucemia mieloide acuta (AML).
I ricercatori, guidati dalla dottoressa Hermioni Amonoo del Dana Farber Cancer Institute, hanno rilevato che i pazienti colpiti da questa neoplasia possono soffrire di un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) a causa della gravità di questa malattia, dei trattamenti e della necessità di un ricovero ospedaliero.
Questi soggetti, tuttavia, possono beneficiare di interventi di supporto mirati a migliorare le strategie per affrontare la malattia.
«A causa della natura [della leucemia mieloide acuta, ndr] i pazienti devono prendere molte decisioni importanti in modo molto rapido», ha dichiarato Amonoo. «Nel lavoro clinico quotidiano abbiamo avuto la sensazione che l'improvvisa interruzione delle routine di vita che accompagna il ricovero per il trattamento prolungato dell’AML fosse un evento traumatico. La nostra speranza è che questo lavoro possa aiutare ad articolare e spiegare almeno in parte il disagio sperimentato da questi pazienti».
Nella loro ricerca, una tra le poche a valutare questo aspetto, gli studiosi hanno esaminato 160 pazienti con età media di 64 anni, di cui il 60% uomini, con una leucemia mieloide acuta ad alto rischio, arruolati in uno studio di terapia di supporto. Gli scienziati hanno valutato i sintomi del disturbo da stress post-traumatico, la capacità di gestione della malattia e la qualità della vita dei pazienti attraverso test diagnostici ufficiali, come per esempio la versione per civili della PTDS Checklist.
Secondo quanto riportato nello studio, un mese dopo la diagnosi ben il 28% dei pazienti, dunque più di uno su quattro, riportava sintomi da PTSD tra cui evitamento (100% dei pazienti), intrusione (92%) e ipervigilanza (97%). Nei pazienti che non hanno manifestato sintomi di disturbo da stress post-traumatico clinicamente significativi, il 27% ha riferito di intrusione, il 26% di evitamento e il 23% di ipervigilanza. Tra i fattori che più influenzavano l'insorgenza di sintomi da disturbo da stress post-traumatico, i ricercatori hanno osservato età, razza bianca e istruzione post-laurea.
Una migliore qualità della vita all'inizio dello studio e un minore declino della qualità della vita durante il ricovero in ospedale sono stati entrambi associati a un minor numero di sintomi di disturbo da stress post-traumatico. Inoltre lo stesso ricovero in ospedale rappresenterebbe, secondo gli studiosi, un evento traumatico in grado di portare alla comparsa di sintomi da PTSD.
«A volte i pazienti non parlano della loro sofferenza emotiva durante un percorso di trattamento per un cancro perché pensano che "tutti" si aspettino che siano forti per "combattere" il cancro. Non vogliono apparire ingrati o deludere le loro famiglie e i loro cari», ha proseguito la dottoressa Amonoo. «Speriamo che questo lavoro incoraggi i pazienti a parlare apertamente».
Sarebbe importante poi che ai pazienti venisse offerto un supporto psicologico in grado di aiutarli a mettere in atto strategie efficaci per affrontare la malattia, cosiddette di coping. Per esempio strategie proattive, definite ufficialmente approach-oriented, incentrate sulla risoluzione di problemi, sull’intervento sui fattori di stress, sulla gestione dei vari aspetti della malattia. Nello studio, questo tipo di approccio, come spiegano i ricercatori, «era associato a un minor numero di sintomi di disturbo da stress post-traumatico».
«Speriamo anche che questo lavoro aiuti a rendere noto agli oncologi clinici quanto potrebbe essere importante includere negli esami di routine anche uno screening orientato a valutare e identificare i sintomi del disturbo da stress post-traumatico per i pazienti in procinto di essere ricoverati per un trattamento per l’AML in quanto questo potrebbe avere un impatto sul loro recupero», conclude la ricercatrice. «Nel nostro studio una grande percentuale di pazienti con AML ha manifestato alcuni sintomi di PTSD, quindi forse è più comune di quanto tutti pensiamo: i pazienti non dovrebbero sentirsi in imbarazzo a sollevare questi problemi per ottenere aiuto».
Fonti:
Moretti C. Post-Traumatic Stress Disorder Prevalent in Patients with Acute Myeloid Leukemia, Cure, 21 Aprile 2021.
Amonoo HL, LeBlanc TW, Kavanaugh AR, et al. Posttraumatic stress disorder (PTSD) symptoms in patients with acute myeloid leukemia (AML), Cancer, 2021. doi: 10.1002/cncr.33524. [ABSTRACT].
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