MACROGLOBULINEMIA DI WALDENSTRÖM
» L’esercizio fisico dovrebbe essere considerato parte della pratica standard per la cura del tumore e considerato al pari di una terapia aggiuntiva, che aiuta a contrastare gli effetti avversi della malattia e favorisce il suo trattamento. Ne è convinta la Clinical Oncology Society of Australia (COSA) che ha pubblicato un paio di anni fa delle linee guida per raccomandare di inserire l’esercizio fisico nei trattamenti antitumorali.
«Se potessimo trasformare i benefici dell'esercizio in una pillola, ciò sarebbe richiesto dai pazienti, prescritto da tutti gli specialisti del cancro e sovvenzionato dal governo. Sarebbe visto come un importante passo avanti nel trattamento del cancro», dichiarava al tempo Prue Cormie, presidente della commissione nata per elaborare queste linee guida.
Una simile opinione è sostenuta dai colleghi dell’American College of Sports Medicine, che, in seguito a due tavole rotonde internazionali, hanno pubblicato un documento di consenso all’interno del quale si sostiene che «esercizio fisico e allenamento sono generalmente sicuri per i sopravvissuti al cancro e che ogni sopravvissuto dovrebbe evitare l'inattività». Secondo queste linee guida, l’allenamento aerobico, possibilmente combinato con uno anaerobico potrebbe avere effetti positivi su ansia, sintomi depressivi, affaticamento, mobilità e qualità della vita.
A dare valore a questi indicazioni vi è un grande numero di studi che negli ultimi anni hanno confermato i benefici dell’esercizio fisico e del mantenersi attivi nei pazienti oncologici, anche in quelli di una certa età e ne hanno sottolineato i vantaggisia in termini fisici che in relazione al benessere mentale, per esempio per contrastare ansia e disturbi dell’umore.
Ma cosa vuol dire rimanere attivi? E perché camminare?
Secondo le linee guida della COSA evitare l’inattività e fare esercizio fisico si tradurrebbe in almeno 150 minuti di esercizio aerobico settimanale (camminare, nuotare, andare in bicicletta) di intensità moderata o 75 minuti settimanali di intensità vigorosa, e due o tre sessioni di esercizi di resistenza, quali ad esempio il sollevamento pesi, che coinvolgono esercizi di intensità da moderata a vigorosa rivolti ai principali gruppi muscolari.
Progressivamente, migliorando lo stato di salute e la qualità della vita, la regolarità nell’esercizio fisico aiuterà a sentirsi più forti, a provare meno dolore, a diminuire il senso di fatica, quindi sarà sempre più facile riuscire a mantenersi attivi e soddisfare le indicazioni delle linee guida. Tuttavia all’inizio, magari mentre ci si sta sottoponendo a un trattamento, se si ha un’età avanzata e/ouna mobilità limitata, una simile impresa potrebbe sembrare al di sopra delle proprie forze e capacità.
Inoltre, trovare un modo di includere questa quantità di esercizio fisico in un percorso di cura può essere complicato, soprattutto quando si tratta di pazienti ematologici anziani. Vi sono molti parametri da tenere in considerazione: stato di salute generale, tempo e risorse a disposizione (non è detto che tutte le strutture siano per esempio in grado di offrire questo servizio o che i pazienti possano permettersi un personal trainer), la necessità di dover limitare la frequentazione a luoghi affollati come palestre e piscine per ridurre il rischio di infezioni, il tipo di tumore ed eventuali conseguenze come ad esempio lapresenza di lesioni ossee o altre complicanze.
Per tutti questi motivi camminare risulta uno dei modi migliore per iniziare ad inserire l’esercizio fisico nella propria routine. «Camminare è gratuito, facile e fattibile per quasi tutti», ha dichiarato Alpa Patel dell’American Cancer Society, commentando un recente studio nel quale, insieme al suo team, ha dimostrato come camminare abitualmente sia legato a una minore mortalità. Slogan a parte camminare è davvero un tipo di esercizio fisico semplice nel quale non ci sono nuovi movimenti da imparare. È accessibile a tutti, salvo particolari difficoltà personali, ed adattabile alle esigenze e all’età di quasi ogni paziente.
Inoltre, camminare è un’attività che si può facilmente regolare ai livelli di energia momentanei e che si può facilmente incrementare nel tempo: si può cominciare con pochi minuti al giorno, per arrivare gradualmente a passeggiate di una certa lunghezza. Non solo: ne può beneficiare anche il caregiver e si tratta di un’attività che si può svolgere in compagnia, quindi può diventare un modo piacevole di passare del tempo insieme, anche in silenzio.
Ci sono poi alcuni effetti specifici del camminare di cui possono beneficiare i pazienti oncologici: i più comuni sono il rafforzamento della salute delle ossa e del cuore e la riduzione del livello di grasso corporeo.
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