COVID-19: è l’età avanzata il rischio maggiore per i pazienti oncologici?

LEUCEMIA LINFATICA CRONICA

COVID-19: è l’età avanzata il rischio maggiore per i pazienti oncologici?

I pazienti oncologici sono più in pericolo di sviluppare una forma grave di malattia una volta contratto il Sars-Cov-2, il virus responsabile di COVID-19. Questo è, purtroppo, un fatto che si è osservato sin dall’inizio della pandemia e che è stato…

» I pazienti oncologici sono più in pericolo di sviluppare una forma grave di malattia una volta contratto il Sars-Cov-2, il virus responsabile di COVID-19. Questo è, purtroppo, un fatto che si è osservato sin dall’inizio della pandemia e che è stato poi confermato nel corso dei mesi. Cosa accresce questo rischio? Un fattore determinante sembra essere l’età, che spesso è molto avanzata in un paziente con un tumore, in particolare nel caso delle neoplasie ematologiche.

Ad affermarlo è uno studio presentato alla Conferenza ESCMID sulle malattie da coronavirus da un gruppo di ricercatori dello Jena University Hospital in Germania. Lo studio ha esaminato i dati relativi a 435 pazienti oncologici positivi al nuovo coronavirus, raccolti nel registro LEOSS (Lean European Open Survey for SARS-CoV-2 Infected Patients). Questo database è stato creato dalla Deutsche Gesellschaft für Infektiologie, la Società Tedesca per lo studio delle Malattie Infettive proprio con l’obiettivo di fornire dati clinici a medici alle prese con dubbi relativi alla gestione di simili pazienti, oltre che a scienziati che portano avanti studi per capire come affrontare meglio questa pandemia.

Tra le informazioni raccolte nel registro, oltre a quelle socio-demografiche (età, genere, etc.), vi erano anche quelle relative a condizioni preesistenti, allo stato funzionale dei pazienti oncologici e all’esito dell’infezione da Sars-Cov-2. Erano poi riportati dati più specifici rispetto al decorso del Covid 19, che era descritto in quattro fasi: 1) senza complicazioni (pazienti asintomatici o con sintomi lievi), 2) con complicazioni (pazienti con necessità di supplemento di ossigeno), 3) critica (pazienti in terapia intensiva e attaccati al respiratore), 4) di recupero (pazienti guariti e dimessi o in via di miglioramento).

Nel loro studio, i ricercatori guidati da Maria Rüthrich hanno prima esaminato i dati relativi ai pazienti con un tumore e poi li hanno comparati con quelli degli altri pazienti con Covid-19. Il 36,5% dei pazienti oncologici presi in considerazione dallo studio aveva un’età compresa tra i 75 e gli 85 anni e il 41% erano donne. La maggior parte presentava un tumore solido (59%) mentre linfoma e leucemie erano stati riscontrati rispettivamente nel 18% e nell’11% dei pazienti. Oltre la metà (193 pazienti) presentava un tumore maligno e il 22% era stato sottoposto a un trattamento antitumorale nei tre mesi precedenti all’infezione da Sars-Cov-2.

Alla diagnosi di positività, 272 pazienti, il 63%, erano nella fase “senza complicazioni” della malattia, ma dopo qualche giorno, ben 206 erano quelli in una fase con complicazioni e 119 in una fase critica. Di questi ultimi, 78 erano attaccati a un respiratore. Alla fine dello studio, i ricercatori hanno calcolato un tasso di mortalità più alto per i pazienti con un tumore attivo (ovvero quei pazienti che avevano in corso una recidiva, presentavano metastasi o erano al momento in trattamento per un tumore) rispetto a quello dei pazienti oncologici senza un tumore attivo: 27% contro 17%.

I pazienti oncologici presentavano poi, come immaginabile, un tasso di mortalità più alto rispetto ai pazienti non oncologici: la sopravvivenza a 30 giorni era peggiore nei pazienti oncologici (70% rispetto al 77 %) e la mortalità più alta (23% vs 14%) che in quelli non oncologici. Andando a esaminare meglio i dati, gli studiosi hanno osservato che questi ultimi erano spesso più giovani (età compresa tra i 56 e i 65 anni) e avevano minori comorbilità rispetto ai pazienti non oncologici. Dopo aver aggiustato le statistiche per età, sesso e comorbidità, la sopravvivenza e la mortalità attribuite a COVID-19 erano paragonabili tra i due gruppi.

Questo tuttavia non vuol dire che i pazienti oncologici e non oncologici abbiano un rischio simile. Piuttosto è una conferma che, in particolare a causa dell’età avanzata e della presenza di altre condizioni preesistenti, i pazienti oncologici corrono un rischio più alto di sviluppare una forma di malattia più grave e di outcome negativi in caso di Covid-19 rispetto ai pazienti positivi al virus ma senza un tumore. E per questo devono proteggersi ed essere salvaguardati con maggiore attenzione.

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Bibliografia e Fonti:

Rüthrich MM, Kienle G, Tometten L, et al. COVID-19 in Cancer Patients: Clinical characteristics and outcome – an analysis of the LEOSS Registry. Abstract 00439. ESCMID Conference on Coronavirus Diseases 2020.

Rüthrich M. Higher risk of death in cancer patients with COVID-19 may be due to advanced age and more pre-existing conditions, rather than cancer itself, EurekAlert!, comunicato stampa del 22 Settembre 2020.

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