MIELOMA MULTIPLO
» I pazienti che sviluppano un mieloma multiplo vanno incontro a diversi cambiamenti nel loro sistema immunitario molto tempo prima che il tumore diventi maligno. A sostenerlo è un nuovo studio pubblicato su Nature Cancer in cui un team multidisciplinare di ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute, del Broad Institute of Harvard, del Massachusetts Institute of Technology e del Massachusetts General Hospital ha adoperato una particolare tecnica di sequenziamento dell’RNA per ottenere una mappa completa di tutti i cambiamenti del microambiente immunitario che avvengono nelle fasi iniziali del mieloma.
«La scoperta che il microambiente immunitario è anormale anche nelle primissime fasi della malattia può suggerire strategie per colpire il mieloma prima che diventi maligno», ha affermato Irene Ghobrial, coautrice senior dello studio. Il mieloma multiplo è un tumore dei globuli bianchi noti come plasmacellule nel midollo osseo. È preceduto da condizioni iniziali in cui le persone, nonostante la presenza di globuli bianchi anormali nel midollo, non manifestano alcun sintomo. Va sottolineato come non tutti coloro che presentano queste condizioni iniziali sviluppano in seguito il mieloma vero e proprio. Lo studio di queste variazioni indagate dai ricercatori statunitensi potrebbe, quindi, aiutare a capire perché alcuni pazienti sviluppano un tumore maligno mentre altri invece no.
La tecnica adoperata dai ricercatori, chiamata single-cell RNA sequencing o sequenziamento dell’RNA a singola cellula, permette di analizzare l’RNA presente nelle cellule del midollo osseo di un individuo - per esempio in un paziente con mieloma multiplo, in un paziente che si trova in uno stadio precedente al tumore maligno e in un individuo sano - alla ricerca di marker specifici.
Come riportato nello studio, i ricercatori hanno sequenziato oltre 19.000 cellule del midollo osseo, prelevate da 7 pazienti che avevano appena ricevuto una diagnosi di mieloma multiplo e da 16 pazienti che presentavano una condizione precorritrice del mieloma. Gli studiosi hanno analizzato porzioni di RNA relative all’espressione e alla codifica di nove diversi tipi cellule immunitarie, inclusi monociti CD16+ e CD14 +, cellule Natural Killer (Cellule NK), linfociti B e T.
L’analisi ha mostrato che vi sono importanti cambiamenti nel microambiente immunitario nelle fasi iniziali del mieloma, per esempio un aumento delle cellule NK, ossia globuli bianchi che vengono rilasciati per attaccare organismi invasori o per distruggere cellule malate, e ancora quando si verificano cambiamenti nell’espressione di un particolare recettore, il recettore delle chemochine, coinvolto nella risposta immunitaria. I ricercatori hanno successivamente osservato una diminuzione di alcune cellule T della memoria, ovvero quei globuli bianchi che si “ricordano” di virus e altri ospiti che hanno già incontrato e che sono capaci di reagire a essi.
Infine, gli studiosi hanno trovato anche variazioni nella regolazione dell’espressione di alcuni monociti, globuli bianchi che svolgono diverse funzioni nel sistema immunitario e che aiutano l’organismo a combattere cellule infette o cancerose. Come risultato di questa alterata regolazione, la risposta immunitaria al tumore in via di formazione potrebbe essere indebolita.
Quello che è interessante, secondo i ricercatori, è che non si è osservata una specifica corrispondenza tra alterazioni del microambiente immunitario e una particolare condizione precorritrice. È emerso, invece, un asse di cambiamento lungo cui i pazienti potrebbero un giorno essere stratificati per valutare più accuratamente il rischio individuale di progressione della condizione precancerosa e l’eventuale necessità di un intervento precoce.
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Zavidij O, Haradhvala NJ, Ghobrial IM, et al. Single-cell RNA sequencing reveals compromised immune microenvironment in precursor stages of multiple myeloma, Nature Cancer, 2020; 1: 493-506. doi: 10.1038/s43018-020-0053-3 [ABSTRACT].
Ghobrial IM. Immune system changes occur early in development of multiple myeloma, study finds, Dana-Farber Cancer Institute, comunicato stampa del 27 Aprile 2020.