MIELOMA MULTIPLO
Sono i quattro fattori che hanno permesso ai ricercatori del Grupo Español de Mieloma (GEM) di mettere a punto un sistema di punteggio in grado di indicare quali pazienti con mieloma multiplo sono a maggiore rischio di sviluppare un’infezione nei mesi immediatamente successivi alla diagnosi e all’inizio dei trattamenti che hanno un impatto sul sistema immunitario.
Questa informazione permette all’ematologo di predisporre una profilassi antibiotica mirata per evitare le infezioni o per lo meno le conseguenze più gravi, come spiegano i ricercatori stessi sul Blood Cancer Journal: «Le infezioni rimangono una complicanza comune nei pazienti con mieloma multiplo (MM) e sono associate a morbilità e mortalità. Un punteggio di rischio per prevedere la probabilità di un'infezione grave precoce potrebbe aiutare a identificare i pazienti che trarrebbero beneficio da misure preventive».
Per disegnare il loro sistema di punteggio, gli studiosi hanno realizzato un’analisi a posteriori o meglio detta analisi post-hoc (con questo termine, come spiega l’Agenzia Italiana per il Farmaco, si definiscono le ricerche effettuate dopo la conclusione di uno studio, sulla base dei dati raccolti, ma
non inizialmente previste nello studio di ricerca) di quattro diversi studi clinici del GEM per un totale di 1347 pazienti con mieloma multiplo dell’età mediana di 62 anni.
Secondo quanto riportato dai ricercatori, nei primi 6 mesi, il 24,3% dei pazienti ha manifestato almeno un’infezione e il 12,5 % ha avuto almeno un’infezione grave. La maggior parte erano infezioni respiratorie (59,1%) e in misura minore infezioni del tratto urinario (8,2%), infezioni da catetere (2,8%), episodi di batteriemia (2,4%). La maggior parte delle infezioni, il 77,3% di tutte le infezioni e il 78,3% delle infezioni gravi, si è verificata entro i primi 4 mesi di trattamento e l’1% dei pazienti è deceduto a causa di infezioni entro i primi 4 mesi.
Studiando i profili dei pazienti e delle infezioni, i ricercatori spagnoli hanno individuato le quattro variabili associate all’aumento di rischio di infezioni gravi, quelle che abbiamo citato all’inizio: sesso maschile e MM di tipo non IgA, livelli di albumina nel sangue ≤30 g/L e un valore del performance status calcolato tramite la scala di punteggio ECOG > 1. Per performance status si intende la valutazione delle condizioni fisiche generali del paziente e la sua capacità di portare avanti le attività quotidiane in maniera indipendente. Per misurarlo sono state messe a punto diverse scale e una è appunto quella chiamata ECOG, dove la sigla sta per Eastern Cooperative Oncology Group (ECOG, dal nome del gruppo che l’ha disegnata e validata) e il suo punteggio va da 0 a 4, con 0 come punteggio migliore.
Sulla base di queste quattro variabili gli studiosi hanno poi costruito una loro scala di punteggio da 0 a 4 che divide i pazienti in tre gruppi di rischio con diverse probabilità di infezione grave entro i primi 4 mesi: basso (punteggio 0–2), intermedio (punteggio 3) e alto (punteggio 4).
Prima di poter essere usata universalmente, questa scala deve ora essere validata in maniera indipendente da altri studi. A quel punto potrebbe davvero diventare uno strumento utile per i clinici per capire già nei primissimi tempi dopo l’inizio del trattamento quali pazienti sottoporre a una terapia profilattica personalizzata e proteggerli da una o più infezioni anche gravi.
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Encinas C, Hernandez-Rivas J-Á, Oriol A, et al. A simple score to predict early severe infections in patients with newly diagnosed multiple myeloma. Blood Cancer Journal. 2022; 12(4): 68. doi:10.1038/s41408-022-00652-2.
Laura Joszt. Predicting Early Severe Infection in Patients with Newly Diagnosed MM, American Journal of Managed Care, 26 Aprile, 2022.