MIELOMA MULTIPLO
» Il 2020 è stato indubbiamente caratterizzato dalla pandemia di COVID-19 e il 2021 è tuttora fortemente influenzato da questo evento di portata globale.
Se consideriamo la diffusione del virus dal punto di vista ematologico, dobbiamo ricordare che tra le principali cause di mortalità e morbilità nei pazienti con un mieloma multiplo figurano proprio le infezioni: ecco perché la suscettibilità e la risposta dei pazienti all’infezione da Sars-Cov-2, il virus responsabile di COVID-19, desta grande preoccupazione.
Non stupisce, dunque, che numerosi ricercatori ed esperti stiano cercando di capire meglio cosa comporta ammalarsi di COVID-19 per un paziente con mieloma. Proviamo a sintetizzare cosa hanno notato in questi mesi.
Secondo alcuni studi recenti, il tasso di mortalità nei pazienti con mieloma multiplo e COVID-19 è leggermente più alto rispetto a chi contrae il virus e non ha questo tumore.
In uno di questi studi, guidato dai ricercatori della Clinica Universidad de Navarra di Pamplona in Spagna, e pubblicato sulla rivista Blood Cancer Journal, sono stati coinvolti 167 pazienti con mieloma e COVID-19 e i loro dati confrontati con quelli di altri 167 individui senza mieloma che avevano contratto il virus COVID-19.
I pazienti considerati nello studio erano stati ricoverati in diversi centri spagnoli nei mesi di marzo e aprile 2020.L’età mediana era di 71 anni e il 57% di loro erano uomini.
La mortalità è risultata del 34% nel gruppo dei pazienti che avevano già un mieloma e del 23% nel gruppo senza mieloma.
Una simile mortalità, ma leggermente più bassa (29% dei pazienti con mieloma e COVID-19 presi in esame) è stata confermata in uno studio americano condotto su pazienti in cinque diversi centri di New York City, pubblicato su Blood Cancer Discovery.
Per quanto riguarda i fattori di rischio che aumentano la mortalità nei pazienti con mieloma multiplo e COVID-19, sono gli stessi individuati per chi contrae l’infezione, ma non ha un tumore: età avanzata, comorbidità e obesità.
I ricercatori spagnoli già citati in precedenza hanno individuato una risposta peggiore a COVID-19 tra i pazienti esaminati di sesso maschile e con un’età superiore ai 65 anni.
La presenza di altre condizioni come ipertensione, malattie cardiache, difetti polmonari ed obesità, sono state identificate come fattori in grado di farpresupporre un outcome peggiore, come mostra lo studio statunitense apparso su Blood Cancer Discovery.
In quest’ultimo caso, i ricercatori hanno notato come fossero più a rischio pazienti di origini latine o afroamericane, un dato confermato anche da un’altra ricerca.
Sempre secondo i dati emersi nello studio spagnolo, poi, un probabile fattore prognostico legato a un esito negativo di COVID-19 era la presenza, insieme al mieloma, di una malattia renale. La mortalità era più alta nei pazienti con mieloma e con malattia renale rispetto a quelli con funzionalità renale normale (59% vs 27%, rispettivamente).
Per quanto riguarda altri fattori di rischio legati in maniera specifica alla presenza del tumore, non sono stati individuati come tali eventuali trattamenti ricevuti in precedenza.
Sembra peggiorare la prognosi, invece, il fatto di avere una malattia attiva o progressiva al momento del ricovero, sia nella malattia di nuova diagnosi che in quella recidivante.
La mortalità nei pazienti di questo tipo era del 49%, rispetto al 28% e al 29% per i pazienti che erano rispettivamente in risposta parziale o completa.
Queste percentuali, come anche il dato relativo alla malattia renale, sono stati confermati tra l’altro da uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Blood, che ha incluso 650 pazienti, il 95,5% dei quali con mieloma multiplo, in Spagna, Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna.
I dati ottenuti da questi studi, in particolare quelli relativi alla mortalità, devono tuttavia essere osservati in una corretta prospettiva. Questi studi riguardano i primi mesi della pandemia, nei quali si sapeva relativamente poco su come trattare i pazienti con COVID-19 e arrivavano spesso in pronto soccorso pazienti in cui l’infezione aveva avuto modo diprogredire parecchio.
Nel frattempo,sono stati messi a punto protocolli specifici e individuati trattamenti più efficaci, i medici sono più preparati e consapevoli, e i controlli permettono spesso di intercettare le infezioni negli stadi iniziali o addirittura in pazienti asintomatici. Sono attualmente in fase di studio ANCHEnuovi trattamenti per combattere il virus.
Inoltre, è utile ricordare che questi studi riguardano i primi mesi della pandemia e, quindi, coorti di pazienti di dimensioni limitate.con il passare del tempo e dei pazienti esaminati, i dati andranno a raffinarsi e a fornire un quadro più completo e dettagliato,in grado di guidare sempre meglio i medici e gli oncologi nel trattamento di pazienti ematologici con COVID-19.
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International Myeloma Foundation. COVID-19 Vaccination and Myeloma Patients, 12 Gennaio 2021.