Crohn: il ruolo della Nutrizione Enterale Esclusiva e della Dieta di Esclusione

Crohn: il ruolo della Nutrizione Enterale Esclusiva e della Dieta di Esclusione

Quale sia l’esatto meccanismo responsabile dello sviluppo della malattia di Crohn non è chiaro, tuttavia numerose evidenze scientifiche sembrano attribuire un ruolo tutt’altro che secondario all’alimentazione. Il dito sarebbe puntato contro le abitudini alimentari dei paesi occidentali, la cosiddetta Western Diet, sempre più caratterizzata da prodotti industriali, precotti, surgelati, cibi ad alto contenuto di zuccheri raffinati, grassi animali e poveri di fibre. Esiste, infatti, uno stretto legame tra quello che mangiamo e la salute del nostro intestino.

Una cattiva alimentazione può alterare l’equilibrio del microbiota intestinale, favorendo la crescita eccessiva di batteri “cattivi” nel nostro intestino, che a sua volta provoca uno stato infiammatorio, riduce la funzione di barriera della mucosa intestinale, aumenta la permeabilità fino a una condizione di disbiosi.

Il persistente stato infiammatorio intestinale in persone geneticamente predisposte porterebbe allo sviluppo della malattia.

Se è vero che una cattiva alimentazione può favorire lo sviluppo della malattia di Crohn, è altrettanto vero che con la dieta si può aiutare a prevenire la malattia, indurre la remissione o mantenere più a lungo lo stato di remissione.

E’ questa l’ipotesi su cui si basano la Nutrizione Enterale Esclusiva (NEE) e la Dieta di Esclusione per la malattia di Crohn (CDED).

Nutrizione Enterale Esclusiva (NEE)

I benefici della Nutrizione Enterale Esclusiva (NEE) sono apprezzati da numerosi anni, tanto che questa alimentazione è oggi riconosciuta nelle Linee Guida per il trattamento di prima linea dei pazienti con Malattia di Crohn attiva.

La Nutrizione Enterale Esclusiva si basa su un’alimentazione artificiale liquida costituita da una formula polimerica, che deve essere assunta come unico cibo per un periodo di 6-8 settimane. Dopo il primo periodo esclusivo con formula, si procede a una reintroduzione graduale degli alimenti e nello stesso tempo a una progressiva riduzione della Nutrizione Enterale Sostitutiva.

Numerosi studi dimostrano che la NEE è efficace nell’indurre la remissione clinica, biochimica (riduzione dei markers infiammatori, VES, PCR, calprotectina fecale), endoscopica e istologica dei soggetti con malattia di Crohn.

La Nutrizione Enterale Esclusiva sembra inoltre migliorare lo stato nutrizionale e la salute delle ossa, spesso carente nei pazienti con MICI.

La Nutrizione Enterale Esclusiva può inoltre essere utilizzata con efficacia nei pazienti candidati alla chirurgia per migliorare lo stato nutrizionale pre-operatorio, ridurre lo stato infiammatorio e migliorare la ripresa post-intervento.

Mentre la Nutrizione Enterale Esclusiva è una strategia apprezzata e spesso proposta nei bambini (qui puoi trovare qualche consiglio per comunicare la malattia ai bambini) per ritardare quanto possibile il trattamento farmacologico, questo tipo di alimentazione non trova grande favore nel paziente adulto e nell’adolescente. A ostacolare la compliance contribuiscono la monotonia dell’alimentazione enterale, il suo gusto non per tutti piacevole e soprattutto la difficoltà per un adulto ad astenersi dal mangiare altro cibo o limitare molto la scelta.

Queste difficoltà hanno stimolato la ricerca di nuove terapie e strategie sempre basate sull’alimentazione, capaci di indurre la remissione sia clinica sia endoscopica e allo stesso tempo meglio accettate dai pazienti per consentirne un uso a lungo termine anche come terapia di mantenimento. Tra queste si fa largo la CDED nota come Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn.

Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn (CDED)

La Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn (CDED: Crohn’s Disease Exclusion Diet) è un’alimentazione a base di cibi integrali, freschi, biologici completata da una Nutrizione Enterale Parziale (PEN: Partial Enteral Nutrition). E’ stata studiata in modo specifico per essere bilanciata dal punto di vista nutrizionale e al tempo stesso per ridurre l’esposizione agli alimenti e cibi che possono favorire lo stato infiammatorio e di disbiosi del paziente con Crohn.

Pur prevedendo uno schema rigido di esecuzione e una limitazione nella scelta dei cibi, la Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn risulta più accettata dai pazienti, che non devono completamente rinunciare a “cibi normali”.

Secondo diversi studi, la Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn è efficace nell’indurre la remissione e può aiutare a mantenere lo stato di remissione nel lungo periodo. Questa strategia alimentare può essere utilizzata da sola, come monoterapia oppure, più frequentemente, in supporto alla terapia farmacologica, ritardando la riattivazione della malattia per perdita di efficacia del trattamento.

Come è organizzata la Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn

La Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn è organizzata in 3 fasi diverse: le prime due hanno una durata di 6 settimane, la terza fase di mantenimento inizia dalla 13esima settimana e ha una durata di almeno 9 mesi.

Durante tutte le fasi della Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn, il fabbisogno nutrizionale e calorico è assicurato dalla Nutrizione Enterale Parziale costituita da una formula polimerica priva di fibre e di lattosio, che costituisce nella prima fase il 50% del fabbisogno energetico e di nutrienti, mentre nelle due fasi successive l’apporto fornito dalla PEN si riduce al 25%.

Gli alimenti che compongono la Dieta di Esclusione per la Malattia di Crohn si differenziano in alimenti obbligatori, alimenti permessi e alimenti vietati.

Fase 1 - Durata 6 settimane

La prima fase della Dieta di Esclusione ha come obiettivo l’induzione della remissione clinica della malattia. In questa fase, la dieta è molto restrittiva e completata per il 50% dalla formula polimerica enterale.

È caratterizzata solo da 5 da alimenti obbligatori:

  • uova

  • petto di pollo

  • patate bollite e raffreddate

  • banane e mela

Sono proibiti tutti gli alimenti che possono favorire lo stato infiammatorio (carni rosse, insaccati, dolci, latticini, prodotti processati e tutto quello che non è esplicitamente elencato tra gli alimenti permessi o obbligatori).

A questi cibi il paziente può aggiungere/sostituire, alcuni alimenti permessi:

  • pesce fresco magro, una porzione a settimane al posto del pollo;

  • riso bianco, spaghetti di riso senza conservanti, farina di riso;

  • avocado, fragole, melone;

  • pomodori, cetrioli senza buccia, carote, spinaci e lattuga;

Per condire e insaporire le pietanze, sono permessi l’olio extravergine di oliva e le spezie. Per dissetarsi, oltre all’acqua naturale e frizzante, sono consentite tisane e una spremuta di arancia. Per dolcificare sono consentiti 2 cucchiaini di zucchero al giorno e occasionalmente anche il miele.


Fase 2 - Durata 6 settimane

In questa fase si riduce al 25% l’apporto fornito dalla Nutrizione Enterale con formula polimerica. Il pasto è scandito sempre dagli alimenti obbligatori e completato dagli alimenti permessi, che diventano più vari.

Si aggiungono alla lista, per esempio, il tonno sott’olio, il pane integrale, i fiocchi d’avena, i legumi, la frutta secca e anche verdure a maggior contenuto di fibra, come ad esempio le zucchine.


Fase 3 - Durata almeno 9 mesi

La terza fase si propone di garantire la guarigione della mucosa intestinale, per questo dovrebbe essere seguita per almeno 9 mesi. In questa fase scompaiono gli alimenti obbligatori e gli alimenti permessi si arricchiscono di frutta e verdura fresca, pasta, yogurt magro. Sono consentiti anche e caffè. La dieta andrebbe seguita almeno 5 giorni a settimana, e lascia la possibilità di seguire una alimentazione libera durante il fine settimana o nei giorni di “festa”, con cibi finora non permessi e la possibilità di andare anche al ristorante.

Hai ancora dei dubbi?

Fonti
  • Levine A, et al. Crohn's Disease Exclusion Diet Plus Partial Enteral Nutrition Induces Sustained Remission in a Randomized Controlled Trial. Gastroenterology 2019 Aug;157(2):440-450.e8. doi: 10.1053/j.gastro.2019.04.021
  • Yanai H, et al. The Crohn's disease exclusion diet for induction and maintenance of remission in adults with mild-to-moderate Crohn's disease (CDED-AD): an open-label, pilot, randomised trial. Lancet Gastroenterol Hepatol. 2022 Jan;7(1):49-59
  • Targiani V, et al. Approccio nutrizionale alle malattie infiammatorie intestinali. Attualità in Dietetica e Nutrizione Clinica 2021;13:72-77
  • Mitrev N, et al. Review of exclusive enteral therapy in adult Crohn’s disease. BMJ Open Gastro2021;8:e000745. doi:10.1136/bmjgast-2021-000745
  • Microibd, La dieta per il Morbo di Crohn, alimenti giusti e da evitare

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