Molti pazienti si chiedono se è vero che le fibre, in particolare quelle contenute in frutta e verdura, facciano male a chi soffre di malattia di Crohn o di rettocolite ulcerosa. Prima di tutto dobbiamo dire che non esiste una specifica dieta per i pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI): al momento, infatti, non esistono prove scientifiche che alcuni cibi possano peggiorare il decorso di queste malattie, riattivarle se sono in fase di remissione o addirittura causarle. Il tipo di alimentazione deve quindi essere adatto al singolo paziente in base principalmente ad alcuni fattori:
- eventuali carenze nutrizionali dovute a malassorbimenti intestinali;
- tollerabilità individuale ai singoli alimenti;
- tipo di malattia e sua localizzazione;
- l'aver subito o meno interventi chirurgici;
- stato di attività o di remissione della malattia stessa.
Durante la fase di attività delle due malattie, e ancor di più in presenza di stenosi ileali nei pazienti con Malattia di Crohn, è effettivamente consigliato limitare (ma non escludere del tutto) il consumo di fibre alimentari: cibi come frutta e verdura, legumi e cereali integrali possono infatti peggiorare la sintomatologia. Esiste qualche specifica raccomandazione: ad esempio sembra che la verdura cotta a vapore causi meno fastidi rispetto a quella cruda, almeno in una parte dei pazienti. Tra i cereali è invece meglio scegliere quelli raffinati mentre la frutta è utile consumarla senza scorie, e quindi sbucciata. Inoltre, tra i pazienti con malattia di Crohn, quelli che hanno subito interventi di resezione di lunghi tratti dell'intestino tenue dovrebbero fare attenzione agli ossalati, che potrebbero favorire la formazione di calcoli renali. Queste sostanze sono contenute ad esempio in spinaci, fave, pomodori, uva, fichi e mandorle.
Alcuni studi, anni fa, avevano dimostrato l'utilità per i pazienti con MICI della dieta low-FODMAP, uno specifico regime alimentare prescritto ai pazienti con sindrome dell'intestino irritabile. Si tratta di una dieta che suggerisce la riduzione di alcuni alimenti tra cui alcune tipologie di fibre contenute in frutta e verdura, ma anche determinate tipologie di cereali e i latticini. Al momento però non sembrano esserci ancora sufficienti evidenze che questa dieta possa contribuire alla riduzione dei sintomi anche in chi è affetto da malattia di Crohn o rettocolite ulcerosa.
Accanto a una riduzione delle fibre quando la malattia è in fase attiva, i pazienti con MICI dovrebbero fare attenzione al modo di nutrirsi: è infatti importante imparare a consumare piccoli pasti più volte al giorno invece di soli due o tre abbondanti. Inoltre è fondamentale bere molti liquidi, soprattutto acqua: almeno 2 litri al giorno sono importanti per contenere la sintomatologia. Infine, su indicazione del medico, possono essere utili integratori per compensare i difetti di assorbimento intestinale oppure il minor introito di frutta e verdura durante le fasi di attività di malattia: chi è affetto da malattia di Crohn o rettocolite ulcerosa dovrebbe sempre verificare, in particolare, i propri divelli di ferro, vitamine del gruppo B e vitamina D.