Spiegare a un bambino che soffre di una malattia cronica è tutt’altro che semplice. Ecco alcuni consigli per affrontare al meglio un momento così delicato.
Le parole per affrontare con i bambini un argomento così complesso e difficile, come le malattie infiammatorie croniche, andranno scelte con cura. Anche il momento migliore in cui affrontare l’argomento andrà studiato e magari preparato, lasciando poi spazio alle emozioni, agli abbracci, all’amore che guida ogni genitore.
Ai bambini si vorrebbe risparmiare ogni dolore, angoscia, sofferenza.
Non sempre è possibile. La malattia è uno di quegli eventi che spaventano, per sé stessi, ma per il proprio figlio ancora di più. Lo si vorrebbe nascondere, ma non si può.
Quando in famiglia entra una malattia importante, come le MICI, ai bambini bisogna spiegare cos'è e cosa comporta, soprattutto se la patologia li riguarda direttamente e modifica il loro modo di vivere.
Se la malattia è la sua, bisognerà spiegargli cosa accade nel suo corpo, affinché comprenda il significato di ciò che gli sta succedendo; raccontargli i cambiamenti cui andrà incontro nella sua vita, l’iter medico a cui dovrà sottoporsi: esami, visite mediche, ospedale, dieta.
Le piccole – grandi difficoltà che dovrà affrontare, a scuola, con gli amici, durante lo sport.
Così pure, se la malattia riguarda una persona a lui molto vicina, un genitore, un fratello o una sorella, affinché non si senta escluso o spaventato dalle parole, dagli sguardi, dalla malinconia, talvolta anche dalle lacrime che percepisce e vede in casa e che non riesce a comprendere, bisognerà fornire spiegazioni. Il bambino capisce che qualcosa di importante e difficile pesa sulla sua famiglia, cerca con le sue forze di capire, ma ragiona da bambino, cioè da individuo egocentrico. Il rischio è quello di fomentare in lui spiegazioni errate, che nella maggior parte dei casi lo faranno sentire la causa dei problemi.
Al bambino, quindi, bisogna dire la verità, sempre.
Un bambino ragiona da bambino, seguendo logiche di pensiero che sono proprie della sua età.
I bambini non sono più semplici, meno intelligenti, non comprendono meno; anzi, hanno una sensibilità e un’attenzione a ciò che accade attorno a loro che è sviluppatissima, semplicemente usano regole di ragionamento che sono commisurate all’età. Un bimbo di sei anni ragiona in modo diverso da uno di dodici.
Per raccontare al nostro bimbo la sua malattia, facciamoci aiutare dal medico, dal pediatra: persone che possono guidarci nel comprendere qual è il modo migliore per raccontargli cosa gli accadrà, in base all’età che ha, alle difficoltà che la patologia porterà nella sua vita, alle cure che dovrà affrontare. Sempre rassicurandolo e confortandolo.
Se ne sentiamo la necessità, chiediamo anche il supporto di uno psicologo, per condividere e alleviare le nostre angosce e la nostra sofferenza, così da non trasmetterle al nostro bambino.
Infine, ricordiamo sempre che la malattia non è mai una colpa, né nostra né del nostro bambino, è un evento della vita e come tale va affrontato.
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