L’andamento fluttuante e la natura imprevedibile delle malattie infiammatorie croniche intestinali possono talvolta impedire di vivere una vita al pieno delle proprie aspirazioni e conseguentemente ostacolare la possibilità di partecipare pienamente al lavoro o portare ad avere un reddito insufficiente, nonostante capacità e voglia di lavorare.
La depressione, in particolare, è riconosciuta come un fattore associato a ridotta capacità lavorativa nelle persone affette da malattia infiammatoria cronica intestinale.
È necessario il supporto da parte degli operatori sanitari per assistere questi malati per valutare i rischi derivanti dal rivelare il proprio stato di salute e dal richiedere particolari attenzioni al proprio datore di lavoro, tenendo conto del diritto dei lavoratori a non rivelare le loro condizioni di salute.
Deve essere posta attenzione alla flessibilità degli orari di lavoro e delle visite mediche. Inoltre, i pazienti devono essere messi al corrente dei loro diritti in campo di invalidità ed esenzioni anche grazie al supporto delle associazioni dei malati.