La Dottoressa Elena Rossi introduce subito questo quadro clinico: “È un paziente che può soffrire di anemia, di insufficienza renale, che può avere lesioni ossee invalidanti.”
È un paziente sofferente, che necessita di supporto per le complicanze che la malattia comporta.
Risponde ancora una volta la Dottoressa Elena Rossi: “Una sfida molto, molto impegnativa. Il paziente, fortunatamente, ha delle chance terapeutiche che noi dobbiamo selezionare per lui e con lui.”
Il paziente deve essere accompagnato attraverso le diverse problematiche che la malattia comporta.
Accogliere tutte le sue aspettative, i suoi dubbi, i suoi bisogni. In una parola: "Ascoltarlo”.
La Dottoressa Elisa Scaburri sottolinea che, nel momento in cui il medico ha ascoltato il paziente, è importante che discuta con lui, con il caregiver e con tutta l'equipe medica, tutti i dubbi relativi alle cure.
La Dottoressa Elena Rossi ne è convinta: “Parliamo tanto di medicina personalizzata.”
Da un punto di vista scientifico, significa avere ben chiari i dati clinici e laboratoristici che riguardano il singolo paziente.
"Dobbiamo utilizzare un linguaggio sì tecnico e scientifico, ma soprattutto che sia comprensibile dal paziente e dai caregiver che lo seguono.”
Questo il commento della Dottoressa Elisa Scaburri. La comunicazione deve essere sincera, ma anche efficace.
La Dottoressa Elena Rossi concorda con queste argomentazioni: “Deve essere una comunicazione trasparente, anche perché oggi il paziente ha accesso a tante fonti di informazione; quindi, il medico non deve nascondersi dietro a tecnicismi. Deve essere esplicito, però solidale ed empatico, informare in maniera chiara e competente.”
Il caregiver, per definizione, è la persona che si prende cura del paziente fuori dall'ambiente ospedaliero. E non solo da un punto di vista concreto e pratico, ma anche, e soprattutto, sul piano emotivo e affettivo.
“In alcune situazioni, diventa un cardine delle nostre scelte terapeutiche.”
La Dottoressa Elena Rossi ci ricorda che il caregiver è una figura imprescindibile per i medici, poiché spesso è su questa figura che si deve fare affidamento, soprattutto se il paziente è anziano.
La qualità della vita è un costrutto importante: non si parla solo di benessere fisico, ma anche di benessere psicologico, emotivo e sociale del paziente.
L'obiettivo clinico è semplice: motivare sempre le scelte in funzione di uno scopo, come far regredire la malattia, raggiungere la remissione.