La sclerosi multipla (SM) è una malattia infiammatoria-demielinizzante del sistema nervoso centrale, considerata una delle cause più frequenti di disabilità nel giovane adulto.1
Indipendentemente dal livello di disabilità, le persone con SM sperimentano spesso un livello di fatigue (fatica) che può essere invalidante tanto quanto i deficit neurologici valutabili attraverso parametri oggettivi.1
Ad oggi, non esiste un consensus in letteratura scientifica sulla definizione di fatigue, anche se, in un articolo del 2007, è stata definita come "mancanza valutata soggettivamente di energia fisica e/o mentale che viene percepita dall'individuo o da chi lo assiste come interferente con le attività abituali o desiderate".1
La fatigue nella SM è estremamente comune.1 Può colpire fino all'80% delle persone con SM e può manifestarsi in una forma grave nel 65-70% di queste.1
Per quanto riguarda le caratteristiche della fatigue, è importante notare che:1
Nella pratica clinica, il primo passo è indagare se esista una causa o un fattore scatenante la fatigue, in modo, eventualmente, da poter intraprendere la terapia più opportuna.1 Le cause e i fattori scatenanti la fatigue possono essere correlati alla SM, come il dolore, gli spasmi notturni e le disfunzioni urinarie, i quali possono portare a disturbi del sonno e a un aumento della stanchezza, oppure possono non essere correlati alla SM (come anemia, disfunzione della tiroide o effetti collaterali dovuti a trattamento farmacologico).1
Una volta identificate le possibili cause della fatigue, questa deve essere gestita mediante un approccio multidisciplinare che coinvolga neurologi, infermieri specializzati nella gestione della SM, terapisti occupazionali e fisioterapisti.1 Questo gruppo multidisciplinare quantificherà il livello di fatigue, che sarà utile per un futuro monitoraggio del trattamento, ed individuerà la migliore combinazione di opzioni terapeutiche per ciascun individuo, in base alla gravità del fenomeno e alla presenza di comorbilità.1
Fra gli approcci non farmacologici, quelli che uniscono aspetti fisici e psicologici meritano un'attenzione particolare.1 Sono approcci completi e gli studi clinici che li hanno indagati hanno mostrato risultati promettenti, che potrebbero tradursi in risultati eccellenti se applicati nella pratica clinica.1 Questi approcci misti sottolineano, ancora una volta, la necessità di team e valutazioni multidisciplinari.1 Questo aspetto dovrebbe essere preso in considerazione quando si progettano nuove unità specializzate nella SM e in altri disturbi neurodegenerativi.1 Inoltre, i nuovi approcci misti promuovono altri aspetti importanti della cura della SM, come l'esercizio fisico regolare, il quale può comportare benefici potenzialmente superiori al solo miglioramento della fatigue correlata alla SM.1
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