Mal di pancia, gonfiore addominale, diarrea cronica, stanchezza, perdita di peso. Può essere Crohn, colite ulcerosa o si tratta della Sindrome dell'intestino irritabile?
La Sindrome dell'intestino irritabile, in inglese Inflammatory Bowel Syndrome (IBS), è un disturbo gastrointestinale specifico e distinto dalle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI, in inglese Inflammatory Bowel Disease, IBD) di cui fanno parte la malattia di Crohn e la colite ulcerosa).
In altre parole, benché possano essere confuse per alcuni sintomi sovrapponibili, IBS e MICI sono in realtà patologie diverse che è importante distinguere clinicamente per impostare il corretto approccio terapeutico.
Vediamo cos’è la Sindrome dell'intestino irritabile e in che modo si distingue dalle MICI.
La Sindrome dell'intestino irritabile, anche chiamata colite spastica o colon irritabile, è un disturbo molto comune che interessa circa il 10% della popolazione, con una maggiore prevalenza tra le donne di 20-50 anni.
Si manifesta tipicamente come un fastidio o dolore addominale, che migliora dopo l’evacuazione. L’intestino può essere sia pigro che molto attivo, oppure misto, alternando momenti di stipsi a momenti di diarrea.
La Sindrome dell'intestino irritabile ha un andamento cronico, con fasi in cui la sintomatologia migliora che si alternano a periodi di riacutizzazione, che possono coincidere con alcune situazioni psicologiche (stress, ansia), fisiche (affaticamento) o anche esterne (alimentazione).
Le MICI, ovvero la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, sono malattie caratterizzate da infiammazione cronica, vale a dire persistente, della parete intestinale, con conseguenti diarrea, dolore, debolezza e perdita di peso.
In generale, si calcola che in Italia soffrano di MICI 200 mila persone. La malattia di Crohn si manifesta prevalentemente nei giovani di 20-30 anni, più raramente dopo i 65 anni, con una maggiore prevalenza nei Paesi Occidentali. La colite ulcerosa tende a manifestarsi nei giovani adulti.
La Sindrome dell'intestino irritabile si può manifestare con diversi sintomi a intensità variabile. Per poter essere definita tale, deve però essere presente dolore o fastidio addominale (anche crampi addominali) da almeno 3 mesi, per almeno 3 giorni alla settimana, in associazione ad altri 2 o più sintomi o condizioni:
miglioramento dei sintomi dopo l’evacuazione
alterazione della frequenza delle evacuazioni (aumento della frequenza con oltre 3 evacuazioni al giorno, o stipsi con meno di 3 evacuazioni a settimana)
alterazione dell’aspetto o consistenza delle feci
presenza di muco nelle feci
gonfiore addominale (eccessiva aria nella pancia)
evacuazione difficoltosa (troppa spinta, evacuazione incompleta)
Oltre a questi sintomi, possono essere presenti anche nausea, vomito, difficoltà a urinare, stanchezza e una sensazione generale di mancanza di energia.
I sintomi delle MICI possono variare in funzione della gravità della malattia e anche del tratto di intestino interessato. Alcuni sintomi sono sovrapponibili al quadro della Sindrome dell'intestino irritabile e anche nelle MICI sono spesso presenti più disturbi:
dolore addominale
diarrea cronica
stanchezza
sangue nelle feci, soprattutto nella colite ulcerosa
febbre
perdita di appetito e di peso
dolori articolari
Diarrea, perdita di peso e dolore addominale: questa è la combinazione di sintomi più frequente.
Alla base della Sindrome dell'intestino irritabile non sembra esserci un’unica causa scatenante, ma piuttosto diversi fattori coinvolti:
fattori psico-sociali: aspetti cognitivi ed emotivi, stress, ansia
predisposizione familiare e suscettività individuale
alterazione della flora batterica intestinale
sensibilità e reattività nervosa viscerale
alterazione della motilità intestinale
Tra i diversi fattori coinvolti, vale la pena spendere una parola sul ruolo dello stress, da tempo noto come una condizione che determina il rilascio di diversi neurotrasmettitori che hanno un impatto sul funzionamento intestinale. Ricordiamoci infatti che l’intestino è considerato il nostro “secondo cervello”, sempre in contatto con il primo cervello.
A complicare il quadro dei sintomi può concorrere la presenza di eventuali intolleranze alimentari o allergie, che devono essere opportunamente indagate in fase diagnostica e anche l’utilizzo di alcuni farmaci, che possono favorire la comparsa di sintomi tipici della Sindrome dell'intestino irritabile (es. antinfiammatori e antibiotici).
Come per la Sindrome dell'intestino irritabile, anche per le MICI non sono ancora completamente chiarite le cause, tuttavia vi è una componente specifica per questo tipo di malattie: l’infiammazione cronica. Gli studi portano a ipotizzare che l’infiammazione cronica si sviluppi in seguito a una stimolazione eccessiva del sistema immunitario in un persona predisposta geneticamente da parte di fattori ambientali che agiscono sul microbiota intestinale (compresa la dieta).
I fattori coinvolti nello sviluppo della malattia di Crohn e della colite ulcerosa sono quindi:
predisposizione genetica;
malfunzionamento del sistema immunitario iper-reattivo verso i batteri della flora intestinale (microbiota) alterato da fattori ambientali;
fattori ambientali che determinano un’alterazione del microbiota:
l’alimentazione occidentale, ricca di grassi e zuccheri e povera di fibre
il fumo di sigaretta favorisce la riacutizzazione della malattia, soprattutto nei pazienti con malattia di Crohn e la ricomparsa di infiammazione dopo l’intervento chirurgico.
La diagnosi della Sindrome dell'intestino irritabile viene fatta per esclusione, dal momento che i sintomi che i pazienti manifestano non sono specifici e anzi sono condivisi con altre patologie gastrointestinali. La presenza dei sintomi, accertata anche dal medico durante la visita, non è pertanto sufficiente per dire che si soffre di intestino irritabile.
Non esistono esami specifici per poter escludere altre cause o la presenza di altre malattie: possono essere prescritti alcuni esami, tra cui le analisi del sangue, per verificare l’eventuale presenza di celiachia o valutare la presenza di condizioni infiammatorie intestinali e l’analisi delle feci per escludere eventuali infezioni.
In caso siano presenti eventuali segni di allarme, tra cui anemia, dimagrimento non giustificato, febbre, sangue nelle feci e dolore che non migliore con l’evacuazione, saranno necessari alcuni test diagnostici tra cui colonscopia, tomografia computerizzata breath test al lattosio, esami specifici per la celiachia.
Anche per le MICI non esiste un singolo esame che consente di fare diagnosi: questa si basa sul quadro complessivo definito unendo le informazioni provenienti da:
visita medica con valutazione della storia del paziente e valutazione del quadro clinico;
indagini endoscopiche tramite colonscopia o videocapsula endoscopica;
esami istologici;
esami strumentali, ovvero radiografia, ecografia, enterografia, TAC e risonanza magnetica.
IBS vs IBD, Crohn & Colitis Foundation
IBS or IBD: How to tell the difference, The University of Kansas Health System
EM-130988