Lo stress può causare la malattia di Crohn e la colite ulcerosa?

Lo stress può causare la malattia di Crohn e la colite ulcerosa?

Esiste una connessione tra stress e MICI o Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali? Lo stress psicologico può causare la malattia di Crohn o la colite ulcerosa, favorire il peggioramento o la riattivazione della malattia?

Sembra proprio di sì.

A dimostrarlo sono diversi studi riferiti in una revisione della letteratura pubblicata su Frontiers in Immunology, che evidenzia come lo stress psicologico, acuto ma soprattutto cronico, possa favorire un’alterazione della permeabilità, motilità, sensibilità e secrezione intestinale e promuovere lo sviluppo o la riattivazione dell’infiammazione intestinale.

Cerchiamo di capire insieme in che modo lo stress può favorire lo sviluppo o l’esacerbazione delle malattie infiammatorie croniche intestinali, MICI.

Risposta neuroendocrina allo stress

Per comprendere in che modo lo stress giochi un ruolo tutt’altro che secondario nel favorire l’insorgenza e la riattivazione di una malattia infiammatoria cronica intestinale è innanzitutto importante ricordare che cervello e intestino sono strettamente legati tra loro, a formare il cosiddetto asse intestino-cervello.

L’asse intestino-cervello permette il dialogo trasversale tra il sistema nervoso, che comprende il sistema nervoso centrale, il sistema nervoso autonomo e il sistema nervoso enterico, il sistema endocrino e quello immunitario. E’ probabile che tra le cause delle MICI vi sia un’alterazione di questo asse.

Ma cosa succede nel nostro corpo e nell’asse intestino-cervello in caso di stress?

Studi recenti hanno dimostrato che lo stress attiva una risposta neuroendocrina a cascata attraverso l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e il sistema nervoso autonomo. Lo stress, infatti, induce l’ipotalamo a secernere in eccesso l’ormone di rilascio della corticotropina (CRH), che stimola la produzione e il rilascio di ACTH (ormone adrenocorticotropo) da parte dell’ipofisi anteriore. A sua volta, l’ACTH stimola il rilascio da parte delle ghiandole surrenali di glucocorticoidi, tra cui il cortisolo.

A favorire l’insorgenza o il peggioramento delle MICI sarebbe la produzione in eccesso di CRH da parte dell’ipotalamo. Secondo alcuni studi, il CRH raggiunge il colon per via ematica e qui, legandosi ai recettori presenti sulla superficie cellulare dei mastociti, stimola la loro degradazione (degranulazione) e quindi il rilascio di citochine infiammatorie, tra cui IL1-beta e TNF-alfa, in grado di aumentare la permeabilità della barriera intestinale.

Anche i glucocorticoidi e in particolare il cortisolo favoriscono la permeabilità intestinale, riducendo l’espressione delle proteine che agiscono da collante cellulare (tight junction).

Stress e sistema nervoso autonomo

Lo stress stimola il sistema nervoso centrale (sistema simpatico, di risposta attiva) a secernere adrenalina e noradrenalina, che inducono i diversi tessuti a secernere citochine infiammatorie in eccesso e promuovono l’attivazione del fattore nucleare infiammatorio NF-kB.

Come abbiamo già detto, intestino e cervello sono strettamente correlati e per questo gli effetti dello stress sui sistemi simpatico e parasimpatico si ripercuotono anche a livello intestinale.

Va anche detto che l’intestino è molto innervato (si parla infatti di sistema nervoso enterico) e la funzione del tratto gastrointestinale è regolata da una fitta rete neuronale. L’attivazione del sistema nervoso simpatico da parte dello stress eccita il sistema enterico e aumenta la densità delle fibre nervose e il numero di neuroni che secernono acetilcolina nella mucosa intestinale (neuroni colinergici), favorendo un aumento della permeabilità dell’epitelio intestinale.

Se da un lato lo stress attiva il sistema simpatico eccitatorio, dall’altro lato lo stress inibisce il sistema parasimpatico, il nostro “freno” interiore, attraverso l’inibizione del nervo vago. L’effetto finale è un aumento del rilascio del fattore infiammatorio TNF-alfa, che sappiamo essere coinvolto nella patogenesi delle MICI.

A dimostrazione di quanto detto, alcuni studi hanno osservato in pazienti con malattia di Crohn e colite ulcerosa una ridotta attività vagale e hanno associato questa a manifestazioni infiammatorie a livello sistemico, in particolare un’eccessiva produzione di TNF-alfa e proteina C reattiva.

D’altro canto, alcuni studi recenti dimostrano come la stimolazione del nervo vago consenta di ridurre l’ansia, favorisca un miglioramento della malattia di Crohn e migliori la funzione di barriera intestinale, promuovendo il rinnovamento dell’epitelio intestinale.

Stress e risposta immunitaria nelle MICI

La disfunzione della risposta immunitaria innata e adattativa è la prima causa di infiammazione intestinale nei pazienti con MICI. Lo stress sembra alterare la risposta immunitaria innata e adattativa agendo sui macrofagi e la produzione di citochine pro-infiammatorie, entrambi aumentati nelle MICI.

Diversi studi dimostrano, infatti, che lo stress, attraverso il rilascio di CRH, induce un aumento dei neutrofili e dei macrofagi nel colon, che migrano dal sangue alla mucosa intestinale, favorendo uno stato infiammatorio.

Lo stress, inoltre, altera l’equilibrio tra le cellule T helper e T regolatorie, responsabili della tolleranza immunitaria e fondamentali nella prevenzione della colite.

Stress e microbiota

Per la nostra salute è molto importante avere un microbiota integro ricco, sano e diversificato ovvero popolato da diversi ceppi batterici, che consentono il corretto funzionamento e assorbimento intestinale e la stimolazione immunitaria.

Diversi studi dimostrano che alterazioni del microbiota intestinale sono un fattore chiave nell’insorgenza della malattia di Crohn. Lo stress, sia acuto sia cronico, induce un’alterazione del microbiota (disbiosi) in termini sia di composizione che di ricchezza.

E’ infatti dimostrato che lo stress può ridurre l’abbondanza e la diversità delle specie batteriche “buone” che producono acidi grassi a catena corta (SCFA), che giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento della barriera intestinale, attraverso l’espressione delle proteine che agiscono da collante cellulare (tight junction) e l’inibizione della colonizzazione intestinale da parte di patogeni opportunisti. Oltre a ridurre i batteri buoni, lo stress favorisce la colonizzazione da parte di batteri patogeni, soprattutto Proteobatteri, tra cui Citrobacter rodentium, Helicobacter pylori e Clostridium, e favorire l’espressione di citochine proinfiammatorie nel colon e a livello plasmatico. Un effetto che nel lungo termine deteriora l’omeostasi immunitaria della mucosa intestinale e aggrava lo stato di colite.

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Fonti
  • Ge Li, et al. Psychological stress in inflammatory bowel disease: Psychoneuroimmunological insights into bidirectional gut–brain communications. Front Immunol. 2022 Oct 6;13:1016578. doi: 10.3389/fimmu.2022.1016578

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