Le MICI, malattie infiammatorie croniche dell’intestino, in primis la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, sono legate a un aumento del rischio di sviluppare un tumore al colon-retto.
La malattia di Crohn colpisce l'intero intestino e talvolta anche lo stomaco. La rettocolite ulcerosa, più diffusa, lede invece in modo specifico il colon e l'ultimo tratto del tubo digerente, ovvero il retto.
Si calcola che in Italia soffrano di malattie infiammatorie croniche circa 250mila persone, in gran parte giovani tra i 20 e i 40 anni. Ma è fondato il sospetto che i malati siano di più. Il conto si rifà infatti alle esenzioni e potrebbe non essere realistico.
Negli ultimi anni, la curva di crescita delle malattie infiammatorie croniche intestinali ha riguardato tutti, anche i bambini.
Vista la complessità dei meccanismi alla base delle due condizioni, i ricercatori non sono riusciti a spiegare il perché di questo incremento. Tra le ipotesi diversi studi hanno evidenziato le potenziali conseguenze di un eccessivo utilizzo di antibiotici in età pediatrica. Sicuramente l’aumento dell’incidenza tra i giovani adulti può essere ricondotto a stili di vita sbagliati: una dieta squilibrata, un eccessivo consumo di bevande alcoliche, la sedentarietà e il sovrappeso, tutti fattori di rischio per il morbo di Crohn e per la rettocolite ulcerosa.
I sintomi più frequenti del morbo di Crohn e della rettocolite ulcerosa sono la diarrea (spesso sanguinolenta), il dolore addominale e il dimagrimento. Alla base, in entrambi i casi, vi è un aumento della risposta infiammatoria. Questo perché, sebbene ad oggi non si conoscano le cause delle MICI, è stato provato che sono causate da una reazione abnorme del sistema immunitario a un “nemico” per ora sconosciuto.
L’infiammazione intestinale cronica, tipica di queste patologie, è la causa della trasformazione tumorale delle cellule epiteliali dell’intestino, che possono infatti incorrere nella cosiddetta “transizione epitelio mesenchimale”: questa provoca un cambiamento nella forma e nella funzionalità delle cellule stesse. Questo fenomeno è particolarmente vero nei soggetti che, al momento della diagnosi di MICI, sono più giovani, in quelli con infiammazione estesa ad ampi tratti del colon e con una durata più lunga della malattia. Un’infiammazione prolungata, anche per 10-15 anni, obbliga la mucosa a un’anomala proliferazione cellulare, aumentando così il rischio di formazione di cellule neoplastiche.
Il tumore del colon è una delle neoplasie più diffuse del mondo occidentale, anche se la mortalità è in diminuzione grazie a prevenzione, screening e trattamenti sempre più efficaci.
Nel nostro paese, ogni anno, vengono diagnosticati 373.000 nuovi casi di tumore, 51.000 dei quali colpiscono il colon-retto: per questo motivo, il cancro al colon-retto è il tumore più frequente nella popolazione italiana, oltre che la quarta causa di morte in tutto il mondo.
In Italia ne soffrono circa 450.000 persone: tra gli uomini rappresenta il terzo tumore più frequente, dopo quello alla prostata e al polmone, mentre tra le donne è al secondo posto, preceduto dal tumore al seno. In 1 caso su 4, la diagnosi viene effettuata in una fase già avanzata, quando il tumore si è ormai diffuso oltre al colon e al retto ed è ormai metastatico.
La malattia è caratterizzata dalla presenza di cellule tumorali nel colon, un organo dell’apparato digerente, che è composto da esofago, stomaco, intestino tenue e intestino crasso. Gli ultimi 180 cm dell’intestino formano l’intestino crasso o colon; gli ultimi 25 cm del colon formano il retto.
L’età e alcuni aspetti della storia medica personale possono influire sul rischio di sviluppare il cancro del colon.
età superiore a 50 anni;
familiari con tumori del colon o del retto;
storia personale di tumori del colon, del retto, dell’ovaio, dell’utero della mammella;
polipi del colon;
malattie infiammatorie croniche intestinali.
Il tumore del colon, come documenta uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Gastroenterology & Hepatology, è in realtà più frequente rispetto al passato. E in diversi Paesi - non in Italia - il numero delle diagnosi è in crescita anche tra i giovani adulti.
Da considerare è inoltre la più alta mortalità osservata nei pazienti con una malattia infiammatoria intestinale. A determinarla potrebbero essere le complicanze infettive delle due malattie. O, per l'appunto, l'aumentata incidenza di tumori. Sono solo ipotesi, per il momento.
Per prevenire e tenere sotto controllo la comparsa di una neoplasia, è essenziale, nei pazienti affetti da MICI, la somministrazione di una terapia appropriata.
Chi soffre di MICI dovrà sottoporsi ad esami endoscopici con biopsie mirate per capire se è iniziata la trasformazione neoplastica dell’epitelio colico. Il campanello d’allarme è dato dalla presenza di displasia – lesione neoplastica allo stadio iniziale che può essere scoperta grazie a un esame istologico – che fanno passare la condizione del paziente dalla semplice predisposizione alla concreta possibilità di sviluppare il carcinoma del colon.
Capire quali siano i meccanismi che inducono la trasformazione tumorale in un quadro clinico di infiammazione cronica consente di individuare quali siano i pazienti a maggior rischio e sviluppare così approcci preventivi.
Vipul Jairath, Brian G Feagan; Global burden of inflammatory bowel disease, The Lancet Gastorenterology & Hepatology, www.thelancet.com/journals/langas/article/PIIS2468-1253(19)30358-9/fulltext
AIRC, Tumore del colon-retto, www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-colon-retto
Fondazione Veronesi, Crohn e rettocolite ulcerosa: casi triplicati dall'inizio del secolo www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/altre-news/crohn-e-rettocolite-ulcerosa-casi-triplicati-dallinizio-del-secolo