Il legame tra lo stress e la depressione maggiore è scientificamente noto: secondo alcuni recenti studi, nell’80% dei casi, il primo episodio depressivo è preceduto da un forte stress o una condizione di stress cronico.
Il legame che c’è tra stress e depressione è clinicamente noto, anche se ancora oggi sono molto meno conosciuti i processi dei meccanismi neurobiologici che si nascondono dietro a questa correlazione. Lo stress e, in generale, le situazioni ad alto impatto emotivo, vengono elencati tra le principali cause di rischio della depressione: secondo alcuni studi, nell’80% dei casi, il primo episodio depressivo è preceduto da stress cronico.
Considerando questo dato, gli scienziati stanno cercando di approfondire quale sia il legame tra queste due problematiche, per capire cosa succede nel cervello delle persone depresse sottoposte a stress. Secondo uno studio condotto da ricercatori dell’University of Washington, a Seattle, e pubblicato su “Nature”, sembrerebbe che la risposta sia in un’anomalia nel rilascio del neurotrasmettitore glutammato, riconosciuto dai ricercatori come il biomarcatore della resilienza, da parte dei soggetti depressi. Le grandi concentrazioni di glutammato nella corteccia prefrontale mediale successive a un primo evento stressante, infatti, dovrebbero aiutare ad una buona gestione dello stress acuto: nelle persone sane il livello di glutammato si abbassa in risposta a successivi episodi di stress in modo adattativo. Questo però non succede invece a chi soffre di depressione.
La conferma di questa correlazione è arrivata tramite l’osservazione diretta: i ricercatori hanno chiesto ad 88 volontari, alcuni dei quali senza disturbi mentali e altri affetti da depressione che però non assumevano psicofarmaci, di partecipare ad una spettroscopia di risonanza magnetica, un esame cioè che permette di individuare i livelli di alcuni metaboliti in specifiche strutture del cervello. Durante questo esame, i volontari dovevano immergere la mano in acqua ghiacciata e contare all’indietro partendo da 2043 sottraendo ogni volta il numero 17 alla cifra precedente, sotto l’osservazione pressante degli sperimentatori lì vicino.
Tramite le scansioni cerebrali, gli scienziati hanno misurato i livelli di glutammato nella corteccia prefrontale attraverso la concentrazione di cortisolo nella saliva sia prima che subito dopo la partecipazione all’evento stressante, ed hanno poi continuato a tenere sotto controllo i singoli partecipanti anche nelle quattro successive settimane: quello che hanno notato è che negli individui sani, i livelli di glutammato scendevano nel tempo, mentre nelle persone con depressione, i livelli di glutammato si mantenevano elevati per un periodo prolungato.