Un nuovo studio condotto dal Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Oxford ha riscontrato che i malati di COVID-19 hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi psichiatrici. Rischio quasi doppio per gli adulti.
Fin dalle prime fasi della pandemia di COVID-19 sono state sollevate preoccupazioni circa i suoi effetti sulla salute mentale. Secondo uno studio condotto dal Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Oxford e pubblicato sulla rivista The Lancet Psychiatric, circa una persona su cinque ha riscontrato disturbi psichiatrici tra i 14 e i 90 giorni dopo la diagnosi di COVID-19.
Questo dato è stato verificato dopo l’analisi di 69 milioni di cartelle cliniche delle quali 62.354 con diagnosi Covid-19. I principali disturbi riscontrati sono ansia, depressione e insonnia, ma oltre a questi potrebbero insorgere anche delle patologie più gravi, come la demenza. È stato inoltre evidenziato che gli adulti hanno un rischio quasi raddoppiato di ricevere una diagnosi di disturbo psichiatrico dopo il COVID-19.
Rispetto alle diverse indagini già realizzate, che avevano evidenziato in pazienti con COVID-19 la co-presenza di sintomi di ansia, disturbo post-traumatico da stress, depressione e insonnia, con questo studio è stata effettuata una ricerca non più su sondaggi e su sintomi auto riferiti, ma su diagnosi contenute in un elevato numero di cartelle cliniche.
Paul Harrison, professore di psichiatria dell’Università di Oxford che ha condotto lo studio, ha commentato: "Vi è una diffusa preoccupazione circa un aumentato rischio relativamente a problemi di salute mentale per i pazienti guariti dal COVID-19 e le nostre scoperte in un ampio e dettagliato studio dimostrano che tutto questo è probabile. Il servizio sanitario deve essere pronto a fornire assistenza, soprattutto perché è probabile che i nostri risultati siano sottostimati rispetto al numero effettivo di casi".