Depressione senile, un disturbo nascosto del processo di invecchiamento

Depressione senile, un disturbo nascosto del processo di invecchiamento

La depressione senile, o anche “depressione involutiva”, è un disturbo dell’umore che si verifica frequentemente nella popolazione anziana. Pur essendo molto frequente, tende ancora ad essere sottostimato, poiché considerato uno stadio “normale” del processo di invecchiamento.

La depressione, rappresenta un disturbo clinico talmente invalidante che l’Organizzazione Mondiale della Sanità la considera la causa principale di disabilità in tutto il mondo con oltre 300milioni di casi e si ritiene che nel 2030 diventerà la malattia più diffusa. Nonostante ciò, non tutte le persone che ne sono affette ricevono una diagnosi precoce ed una terapia adeguata. La depressione senile, definizione utilizzata quando la patologia compare dopo i 65 anni di età, è tanto diffusa quanto sottovalutata, poiché difficile da diagnosticare. Il riconoscimento dei sintomi, infatti, risulta più complesso poiché si tende ad associare il deperimento psicologico ad altre patologie fisiche e mentali dovute all’avanzare dell’età. La depressione in età geriatrica si manifesta frequentemente con disturbi somatici, disturbi dell’attenzione e della memoria, isolamento e apatia. I sintomi più comuni della depressione senile o depressione involutiva, quindi, non sono dissimili da quelli che si presentano nei pazienti più giovani. Secondo i dati di Passi D’Argento, il sistema di sorveglianza della popolazione con più di 64 anni nel nostro Paese e coordinato dall’ISS, in Italia, durante il quadriennio 2017-2020, la depressione ha colpito 13 ultra 65enni su 100. Il disagio aumenta con l’avanzare dell’età raggiungendo il 22% dopo gli 85 anni, soprattutto tra le donne (16% contro il 9% degli uomini). Tra tutti questi, il 28% delle persone con sintomi depressivi tende a non chiedere aiuto.

L’insorgenza di questo disturbo può essere correlata da diverse cause: una delle principali è il pensionamento, momento in cui la persona sente di aver perso il proprio ruolo nella società, ed è costretta a rimodellare l’idea che ha di sé e del proprio quotidiano. Con l’età, inoltre, si riduce la rete sociale, venendo infatti a mancare le occasioni per conoscere e frequentare nuove persone. Il prolungarsi dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha portato ad un’ulteriore limitazione dei movimenti e dei contatti sociali per gli anziani, contribuendo a peggiorare la situazione. Altre cause che portano alla depressione involutiva possono essere la diminuzione della forza fisica e conseguentemente anche la perdita della lucidità mentale. Inoltre, la depressione fa aumentare il senso di vulnerabilità e crollare l’autostima. I sintomi della depressione involutiva vengono spesso celati dietro a disturbi fisici che, a loro volta, vengono invece enfatizzati per nascondere la depressione. I soggetti che versano in questa situazione, infatti, talvolta possono avere difficoltà a riconoscere la propria condizione: per questo, risulta più facile concentrarsi sul proprio corpo, lamentandosi di dolori fisici che, in realtà, mascherano un altro tipo di sofferenza. A questo proposito la depressione va ad acuire lo stato di salute di chi già soffre di malattie croniche, come il diabete o l’artrite. Anche una prolungata degenza in ospedale può aumentare le possibilità che questo disturbo insorga. Infatti, la maggior parte di anziani che soffrono di depressione pare essere più alta – anche perché più facilmente diagnosticata – tra coloro che sono ricoverati in ospedale, o tra chi vive nelle case di riposo. Questa patologia, quindi, non deve essere considerata un aspetto “normale” della vecchiaia, altrimenti il relativo peso emotivo può risultare molto invalidante.

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