E’ possibile che, in alcuni casi di colite ulcerosa o di malattia di Crohn, sia necessario posizionare una stomia. Nella maggior parte dei casi, si tratta di un intervento programmato che dà tutto il tempo al paziente di prepararsi e comprendere al meglio di cosa si tratta.
Solitamente, le persone con colite ulcerosa che necessitano di una stomia vengono sottoposte a ileostomia. Le persone che soffrono di malattia Crohn, invece, possono essere sottoposte a ileostomia o colostomia a seconda della sede intestinale interessata.
Vediamo insieme cos’è la stomia intestinale, quali tipi esistono e come è bene comportarsi per imparare a convivere con una deviazione dell’intestino.
La stomia intestinale è una deviazione chirurgica dell’intestino, che fa in modo che questo si apra sull’addome. Il termine “stomia” infatti deriva dal greco” stoma”, che significa bocca o apertura.
L’apertura creata sulla pancia consente la fuoriuscita delle feci che vengono raccolte in una sacca. L’apertura non può essere controllata volontariamente dal paziente, dal momento che non è innervata né possiede muscolatura.
All’apparenza la stomia è simile alla mucosa interna della bocca: di color rosso intenso, umida, lucida però priva di terminazioni nervose e muscoli. Per questo motivo lo svuotamente non può essere controllato volontariamente e non provoca alcun dolore o fastidio.
Solitamente sporge leggermente dall’addome, circa 2-3 cm sopra la pelle. In questo modo, il contenuto dell’intestino può essere svuotato direttamente nella sacca dello stoma senza toccare la pelle.
La cura e protezione della cute che circonda la stomia è molto importante, dalla sua integrità dipende infatti la tenuta della sacca di raccolta e anche la qualità di vita del paziente.
Esistono diversi tipi di stomie, che vengono classificate in base alla durata, alla parte di intestino coinvolta e alla tecnica utilizzata.
La stomia temporanea ha una finalità protettiva per un intestino sottoposto, ad esempio, all’asportazione di una sua parte.
Serve a garantire un ambiente “pulito” e non sollecitato dal passaggio di materiale nelle aree trattate, così che possano cicatrizzarsi e guarire più rapidamente e con un minor rischio di complicanze.
La ricanalizzazione dell’intestino, ovvero la rimozione della stomia, può essere ripristinata dopo alcune settimane o anche dopo mesi, a seconda del problema.
Come dice la parola stessa, la stomia permanente si riferisce al confezionamento di una deviazione intestinale non reversibile.
In genere, la stomia permanente è necessaria quando viene asportata un’ampia sezione dell’intestino e le estremità recise non possono essere unite, oppure quando viene rimosso il passaggio posteriore (ano).
In questo caso, la stomia diventa l’unica via di eliminazione delle feci.
L’ileostomia si riferisce alla stomia che coinvolge la parte finale dell’intestino chiamata ileo o intestino tenue.
L’ileostomia viene collocata solitamente a livello della fossa iliaca destra (lato destro della pancia), ma può essere posizionata anche in altri punti, a seconda del tipo di intervento chirurgico necessario e delle preferenze del paziente.
Il contenuto dell’intestino che si svuota nella sacca ha solitamente una consistenza abbastanza liquida, ma può variare a seconda di ciò che si è mangiato e bevuto.
Non è possibile controllare quando lo stoma si svuota nella sacca.
Per quanto riguarda il tipo di sacca, per l’ileostomia è consigliabile usare una sacca a fondo aperto da poter svuotare al bisogno e che può essere facilmente pulita e richiusa. In questo caso, la sacca possiede un filtro che consente la fuoriuscita e la deodorazione dei gas e un telino di rivestimento impermeabile all’acqua.
Per ridurre il rischio di disidratazione è molto importante bere almeno 2 litri di acqua al giorno.
La colostomia è una deviazione chirurgica del colon (intestino crasso) che si apre sull’addome, in genere sul lato sinistro della pancia. Questa apertura, stoma, consente di lasciare a riposo la parte di intestino danneggiata o non in grado di funzionare.
L’intestino si svuota ritmicamente durante il giorno nell’apposita sacca.
A seconda della patologia e dell’area interessata, si distinguono 4 tipi di colostomie:
– ascendente: coinvolge il colon ascendente. Il materiale organico è liquido o semiliquido e molto irritante per la pelle;
– trasversa: coinvolge il colon trasverso. Il materiale organico è liquido o semi-formato;
– discendente: coinvolge il colon discendente: Il materiale organico è più formato, grazie alla maggiore quantità di acqua assorbita nel colon ascendente e trasverso;
– sigmoidea: coinvolge la parte inferiore sinistra del colon. Il materiale organico è formato, in quanto i liquidi vengono assorbiti lungo il percorso intestinale.
Per quanto riguarda la sacca, nella maggior parte dei casi è consigliabile utilizzare una sacca a fondo chiuso sigillata da cambiare quando piena (da 1 a 3 volte al giorno) e munita di:
– filtro che consente la fuoriuscita e la deodorazione dei gas;
– telino di rivestimento morbido e impermeabile all’acqua.
In alcuni casi, è possibile effettuare un lavaggio dell’intestino (irrigazione) che consente di ripristinare temporaneamente la continenza fino a un massimo di 72 ore. E’ una tecnica riabilitativa, che deve essere eseguita con cura seguendo procedure precise, che richiedono un’attenzione particolare, ma che, una volta imparate, il paziente può eseguire anche in autonomia. Il vantaggio è che, in questo modo, è possibile utilizzare una sacca di raccolta più piccola, meno visibile e più facilmente gestibile.
Solitamente, l’ileostomia viene collocata nella fossa iliaca destra, mentre la colostomia sul lato sinistro della pancia. Tuttavia, possiamo dire che sono posizioni indicative, dal momento che lo stoma deve essere collocato in modo che sia il più funzionale possibile e quindi dovrà tenere conto di:
la struttura fisica del soggetto, ovvero dimensioni, struttura muscolare, dimensioni dell’addome, presenza di ernie;
condizioni del soggetto;
età;
diagnosi;
occupazione lavorativa e attività svolte (es. sport);
grado di autonomia;
valutazioni tecnico-chirurgiche;
preferenze del soggetto;
Oltre all’individualità del soggetto, la posizione dello stoma deve essere tale da:
consentire una facile gestione (cambio, pulizia della sacca);
garantire la tenuta della sacca;
evitare complicanze (infezioni, irritazioni cutanee, ecc);
Per questo motivo, prima dell’intervento, la posizione dello stoma viene discussa con il paziente e verranno fatte delle prove, disegnando il punto di possibile apertura sull’addome del paziente e verificandone lo spostamento in diverse posizioni, seduto, piegato, in piedi, sdraiato.
La scelta del tipo di presidio, sacca o placca, utilizzato per la stomia dipende dalle esigenze della persona, dalla sua conformazione fisica, dal tipo di intervento effettuato (ileostomia o colostomia), dalla posizione e dalla tecnica chirurgica.
I presidi possono essere suddivisi in due gruppi:
monopezzo: la sacca e la placca adesiva sono unite e non separabili
2 pezzi: placca per proteggere la pelle e anello di fissaggio per il sacchetto removibile
La sacca viene posizionata già in sala operatoria e viene poi sostituita entro le successive 48-72 ore.
Il tempo di sostituzione della sacca dipende dal tipo di stomia, di presidio utilizzato e anche dalla quantità e qualità di feci eliminate. Nei primi giorni successivi all’intervento sia in caso di ileostomia che di colostomia, le feci sono liquide e il materiale eliminato può raggiungere i 2 litri nella prima giornata. La quantità di materiale organico che viene eliminato diminuisce e si stabilizza entro le prime settimane (fino a un mese).
Una volta a casa, la gestione della stomia è a carico del paziente, è quindi importante che venga adeguatamente istruito e formato dal personale infermieristico, prima di essere dimesso dall’ospedale.
Stomie intestinali: gestione del paziente. Quesiti clinico assistenziali vol. 1, 2017
Living with a stoma. Crohn’s and Colitis UK.
EM-128804