La pandemia da Covid-19 sta creando apprensione in tutti noi, ed è comprensibile. Certamente i pazienti affetti da malattie croniche sono i più spaventati: abbiamo infatti capito ormai che condizioni di cronicità e malattie preesistenti possono renderci più fragili di fronte a un'eventuale infezione. Per questo i pazienti con malattia di Crohn o rettocolite ulcerosa si chiedono se la loro patologia può rappresentare un fattore di rischio in questo senso. Tendenzialmente, come emerge da numerose indagini condotte dall'inizio della pandemia, chi è affetto da una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) tende a porsi tre principali interrogativi:
- Chi ha una MICI ha un rischio maggiore di contrarre il SARS-CoV-2, ovvero il virus causa della Covid-19?
- Chi ha una MICI e si infetta, ha rischi maggiori rispetto ai soggetti sani?
- Chi ha una MICI e sta assumendo terapie che agiscono sul sistema immunitario è a maggior rischio di infezione e dovrebbe quindi interromperle?
A oggi non abbiamo ancora compreso appieno i meccanismi alla base dell'infezione da SARS-CoV-2 e del conseguente sviluppo della Covid-19, ovvero la patologia a base infiammatoria che porta a insufficienza polmonare. Nonostante questo, la comunità scientifica è in grado di spiegarci che il rischio di contrarre il virus è tendenzialmente lo stesso per tutti, pazienti con MICI e soggetti sani. Nemmeno i pazienti affetti da MICI che stanno eseguendo terapie farmacologiche sono a maggior rischio: al contrario è noto che una sospensione di questi farmaci può aumentare enormemente il rischio di riacutizzazione della malattia intestinale e che questo rischio è molto superiore a quello di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 in forma grave.
Del resto molti studi internazionali hanno messo in chiaro come nei pazienti con MICI che hanno contratto il virus il rischio di complicanze polmonari sia più alto in chi sta attraversando una fase di attività di malattia: una ragione in più, per chi è affetto da malattia di Crohn o rettocolite ulcerosa, per non sospendere le terapie farmacologiche come da indicazione del proprio gastroenterologo. Va comunque detto che i dati mostrano come un decorso sfavorevole della Covid-19 sia più probabile in soggetti affetti da alcune patologie come diabete, malattie respiratorie o cardiovascolari e tumori, mentre la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa al momento non fanno parte di queste.
Accanto a queste indicazioni, però, anche per i pazienti con MICI valgono le norme igieniche e di precauzione valide per la popolazione generale. Durante i mesi del lockdown, l'Associazione dei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (Amici onlus), insieme a un team di medici ha realizzato un video che raccoglie suggerimenti utili alla prevenzione dell'infezione con un occhio alla condizione specifica di chi è affetto da malattia di Crohn o rettocolite ulcerosa. I medici ricordano in particolare quanto sia importate seguire le indicazioni del proprio gastroenterologo soprattutto per quanto riguarda la continuità della terapia iniziata. È inoltre importante segnalargli ogni segnale di possibile recidiva di malattia. Valgono anche per i pazienti MICI le indicazioni di interruzione del fumo e di igiene delle mani con eventuale uso di gel disinfettanti fuori casa e ovviamente l'uso della mascherina e il distanziamento sociale. Ogni sintomo - con particolare riferimento, ovviamente, a febbre, tosse e mal di gola - va monitorato e segnalato. Inoltre, in caso di febbre elevata è necessario informare il medico di base e il proprio centro di riferimento per la terapia delle MICI: solo in quel caso potrebbe essere necessaria una momentanea interruzione della terapia prescritta.