La colonscopia è uno degli esami fondamentali per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie infiammatorie croniche intestinali. È un esame essenziale per discriminare tra rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn, caratterizzata da tratti di intestino sano intervallati a tratti malati, e per comprendere la natura dell’infiammazione.
Inoltre, durante la colonscopia si può provare a superare la valvola ileocecale (collocata tra colon e intestino tenue) e quindi controllare quest’ultima parte dell’ileo, spesso interessata da stenosi nella malattia di Crohn.
Oggi, oltre alla colonscopia tradizionale eseguita con la sonda a fibre ottiche, esiste anche la colonscopia virtuale, anche detta colon-TAC.
Nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (come la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa) in fase attiva, la colonscopia virtuale non è indicata in fase diagnostica, ma è utile nello screening del tumore colon-rettale nei pazienti affetti da queste forme morbose.
La colonscopia virtuale è controindicata anche in caso di dolore addominale acuto, in caso di recenti interventi chirurgici sul grosso intestino o sulla pelvi e in caso di sangue nelle feci.
A causa delle radiazioni, questo esame è inoltre controindicato nelle donne in gravidanza. Non è inoltre possibile eseguire la colonscopia virtuale se il paziente non è in grado di trattenere il fiato per 10-15 secondi.
La colonscopia virtuale è un esame diagnostico per lo studio del colon-retto (grosso intestino) che utilizza apparecchiature TC (tomografia computerizzata) spirale multistrato e per questo è chiamata anche colon-TAC.
Impiegando raggi X a scansione tomografica, la colonscopia virtuale non risente di eventuali ostacoli meccanici all’interno del colon, quali neoformazioni occlusive o subocclusive. Pertanto si mostra particolarmente adatta nei pazienti che presentano malformazioni congenite o acquisite del tubo intestinale, che rendono difficile eseguire una colonscopia completa.
A differenza della colonscopia tradizionale, la colonscopia virtuale non prevede l’inserimento del colonscopio intestinale, ma solo di un piccolo sondino nel retto per insufflare anidride carbonica.
Le radiazioni ionizzanti passano attraverso il corpo del paziente e all’estremità opposta vengono raccolte da un ricevitore in grado di registrare i dati e di trasformarli in segnali elettrici. Quello che si ottiene è un modello 3D dell’interno dell’intero intestino, del tutto somigliante alle immagini che si possono ottenere con la colonscopia tradizionale.
Come la colonscopia tradizionale, anche la colonscopia virtuale ha bisogno che l’intestino venga preparato e liberato da scorie e feci prima dell’esame.
Nei tre-cinque giorni che precedono l'esame, è necessario seguire una dieta leggera priva di fibre, che escluda il consumo di verdura e frutta, compresa la frutta secca, cereali e farine integrali, legumi, a favore invece di riso, carne bianca, formaggi freschi, uova, pesce e succhi di frutta senza polpa.
Il giorno prima dell’esame, dedicato alla preparazione vera e propria con il “lavaggio intestinale”, è invece necessario evitare di introdurre cibo, mentre è importante bere molta acqua o comunque bevande non zuccherate, non gassate e non alcoliche. Sono invece consentiti succhi di frutta privi di polpa e brodo di carne.
Per rimuovere completamente le scorie dall’intestino è necessario assumere un lassativo insieme ad abbondante acqua.
Per distendere l’intestino poco prima dell’esame viene iniettato un farmaco antispastico e insufflata aria attraverso un sottile catetere inserito nel retto.
L’esame dura pochi minuti, il tempo di acquisire due scansioni TAC a bassa dose, in posizione prona e supina della durata di pochi secondi. Durante ogni acquisizione è necessario trattenere il fiato per alcuni secondi.
La colonscopia virtuale rispetto alla colonscopia tradizionale presenta i seguenti vantaggi:
è più rapida: l’esame ha una durata di circa 10-15 minuti, rispetto ai 90 minuti della colonscopia tradizionale (l’esame può anche prolungarsi in caso di trattamento di polipi);
non ha bisogno di sedazione o anestesia: il paziente può tornare immediatamente alle sue attività quotidiane e non necessita di essere accompagnato. E’ inoltre adatto a pazienti che non possono essere sedati;
non è dolorosa;
è meno invasiva: non è necessario inserire il colonscopio nell’intestino;
può essere eseguita anche in casi di malformazioni congenite o acquisite del tubo intestinale che non consentono l’inserimento del colonscopio.
La colonscopia virtuale, va però detto, non è terapeutica e quindi, in caso di polipi, è necessario ricorrere all’esame tradizionale.
La colonscopia virtuale è indicata nello screening del carcinoma colon-retto e nei casi in cui non sia possibile eseguire l’esame tradizionale per riluttanza allo stesso, impossibilità alla sedazione, presenza di ostruzioni intestinali.
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