La malattia di Crohn nelle donne

La malattia di Crohn nelle donne

La malattia di Crohn si verifica quando il sistema immunitario attacca l'intestino, e può causare un’infiammazione nell'intestino tenue, nell'intestino crasso o in qualsiasi parte del tubo digerente. Secondo i dati della ‘Crohn & Colitis Foundation’, è più comune nelle persone tra i 15 e i 35 anni, sebbene possa svilupparsi a qualsiasi età e uomini e donne hanno le stesse probabilità di svilupparla. Cosa succede quando la malattia di Crohn colpisce le donne? Quali sono i sintomi che possono far sospettare la malattia? Quali i comportamenti che è consigliato adottare?

  1. Ciclo mestruale non regolare
    Circa il 50% delle donne colpite dalla patologia ha meno di 35 anni al momento della diagnosi. Il manifestarsi della malattia di Crohn può influenzare i livelli ormonali, lo stato nutrizionale e i livelli di stress, tutti fattori che influiscono sul ciclo mestruale. Le malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), infatti, influenzano il regolare equilibrio ormonale, provocano diarrea e perdita di appetito e non permettono al corpo di assumere i giusti nutrienti dal cibo ingerito. Inoltre, i sintomi delle Mici possono riacutizzarsi nelle settimane che precedono il ciclo o durante questo.
  2. Carenza di ferro
    La malattia di Crohn nelle donne comporta un maggior rischio di sviluppare una carenza di ferro rispetto a quelle sane. Questo fenomeno è dovuto, di solito, al sanguinamento dell’intestino o al mancato assorbimento del ferro. Inoltre, a incidere su questa carenza può essere anche un eventuale ciclo mestruale abbondante.
  3. Problemi di fertilità
    Mentre in condizione di remissione della malattia di Crohn, le donne colpite mostrano livelli di fertilità pari a quello di soggetti sani, durante i periodi di riacutizzazione della patologia aumentano le difficoltà di concepimento a causa delle terapie alle quali sono sottoposte. Se si ha intenzione di avere un figlio e si è affette da malattia infiammatoria cronica intestinale è consigliato rivolgersi a un medico perché anche se alcuni farmaci possono essere assunti durante la gravidanza, ogni caso è da valutare singolarmente e sulla base dei trattamenti in atto. Secondo la Fondazione Crohn & Colitis, inoltre, le donne colpite da Mici non mostrano differenze, rispetto alla popolazione generale, nell'affrontare la gravidanza quando la malattia è in remissione. Al contrario, se il concepimento avviene nel corso di una riacutizzazione, la malattia può addirittura peggiorare e la gravidanza può non svolgersi con tranquillità.
  4. Dispareunia
    La dispareunia è il termine medico che indica il dolore che una donna prova durante un rapporto sessuale. In alcuni casi, la presenza di dolore potrebbe essere indice della presenza della malattia di Crohn, che colpisce la parte dell’intestino tra l’ano e la vagina. Il dolore potrebbe essere anche causato da una fistola, cioè una lesione interna che si potrebbe formare tra diverse parti dell’intestino.
  5. Altri sintomi
    Poiché la malattia di Crohn colpisce l’intero apparato digerente, danneggiando tessuti e organi, i sintomi possono essere molti e differenti tra loro. Tra quelli più comuni ci sono la diarrea, dolori all’addome, sanguinamento dal retto, febbre, perdita di peso e un senso di affaticamento.

Malattia di Crohn: diagnosi

Per diagnosticare la malattia di Crohn, il medico di base, una volta ascoltati i sintomi descritti dal paziente, può prescrivere tre differenti tipi di test: il primo è costituito da esami di laboratorio che permettono di evidenziare uno stato infiammatorio e carenziale del paziente. Il secondo è la colonscopia che permette di osservare un eventuale stato infiammatorio intestinale. Durante tale esame è inoltre possibile effettuare delle biopsie intestinali che verranno poi analizzate in laboratorio. Infine il medico può consigliare di eseguire un esame di imaging quale la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica e/o l'ecografia delle anse intestinali. Tali tecniche permettono di ottenere immagini dell'anatomia del paziente.

Malattia di Crohn: trattamento e gestione della malattia

Purtroppo le cause delle Mici sono sconosciute e, a oggi, non esiste una cura. Nonostante ciò, attraverso l’utilizzo di determinati farmaci è possibile tenerle sotto controllo e il più lungo possibile in remissione. I medicinali che il medico può scegliere nell’impostare la cura variano in base alla gravità dei sintomi e, in alcuni casi, potrebbe essere necessario sottoporsi a un intervento chirurgico.

Tra i trattamenti utilizzati per la malattia di Crohn ci sono:

  1. gli antibiotici, necessari per contrastare le infezioni.
  2. Gli aminosalicilati, farmaci che riducono l’infiammazione nel rivestimento intestinale. Si tratta di medicinali che possono contrastare sintomi leggeri e moderati.
  3. Gli steroidi, che riducono l’infiammazione agendo sulla soppressione del sistema immunitario. Solitamente i medici prescrivono questa soluzione per trattamenti a breve termine, quando i sintomi vanno da moderati a gravi, in fase quindi di riacutizzazione.
  4. Gli immunosoppressori, che agiscono sul sistema immunitario impendendone la risposta.
  5. Le terapie biologiche, attraverso le quali i medici puntano a ‘colpire’ il sistema immunitario in punti specifici così da ridurre le infiammazioni.

Chiaramente, tutti questi farmaci possono avere effetti collaterali o possono generare problemi se assunti con altri medicinali. È sempre consigliato, quindi, rivolgersi al proprio medico prima di intraprendere qualsiasi terapia.

In conclusione, la malattia di Crohn colpisce indistintamente entrambi i sessi, ma i sintomi possono essere differenti soprattutto in considerazione del fatto che la donna ha il ciclo mestruale. Ci sono differenti terapie in grado di ridurre l’infiammazione e, spesso, di far sì che rimanga in remissione il più a lungo possibile.

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Fonti
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