La gestione dell’artrite psoriasica in adolescenti e giovani

L’artrite psoriasica è una patologia che colpisce prevalentemente adulti tra i 30 e i 50 anni, tuttavia in alcuni rari casi può insorgere già in bambini e adolescenti prima dei 16 anni senza particolari differenze tra maschi e femmine. L’artrite psoriasica giovanile ha una prevalenza stimata di non oltre 10 bambini su 33mila, e una diagnosi precoce di questa condizione è determinante per il buon esito delle terapie. Esattamente come negli adulti, anche nei giovanissimi l’artrite psoriasica è una malattia infiammatoria immunomediata che si associa alla iperproduzione di citochine proinfiammatorie. La sintomatologia è di fatto sovrapponibile alla forma adulta, con dolore e rigidità articolare e con un ingrossamento delle dita che assumono la forma “a salsicciotto” (dattilite). Nei ragazzi e nelle ragazze non vanno sottovalutati sintomi quali le talloniti recidivanti o il dolore lombare notturno che migliora con il movimento.

Come si manifesta in bambini e adolescenti

Nei bambini e negli adolescenti, inoltre, il rischio di sviluppare un’artrite psoriasica è maggiore se hanno un parente di primo grado (cioè un fratello o un genitore) affetto dalla stessa patologia oppure da psoriasi. Come negli adulti non si può parlare però di malattia genetica: certamente una familiarità esiste, ma contribuiscono all’esordio anche diversi fattori ambientali. Per questo non esiste un test genetico per la diagnosi. Per poter diagnosticare l’artrite psoriasica nei bambini, occorre sempre l’osservazione e l’esame obiettivo effettuato da un Reumatologo esperto.

Qualità di vita e sonno

L’aspetto importante nella gestione dell’artrite psoriasica in bambini e adolescenti è quello psicosociale. Il dolore e la rigidità possono influenzare i movimenti e quindi l’attività fisica e le relazioni amicali: questo può avere un notevole impatto sul benessere psichico dei giovanissimi. Molti ragazzi, di fronte al dolore e alla difficoltà di movimento, reagiscono con una chiusura verso il mondo e con la rinuncia alla socialità. Come si può capire, questo è un problema che impatta notevolmente sulla loro psiche e sullo sviluppo delle loro competenze relazionali. È quindi importante impostare da subito una terapia corretta proprio per evitare che la patologia da ostacolo fisico diventi causa di disagio psichico grave, con conseguenze anche nell’età adulta. Occorre perciò che i giovani pazienti siano seguiti presso centri specializzati in grado di individuare le terapie corrette che consentano un contenimento dei sintomi e quindi una buona qualità di vita relazionale. Inoltre il dolore può essere un ostacolo al riposo notturno, e sappiamo quanto è importante il sonno negli adolescenti: è fondamentale infatti al corretto sviluppo del sistema nervoso centrale.

L’utilità di un supporto psicologico

Oltre a terapie adeguate, ai giovani non deve mancare lo sport – compatibilmente con le condizioni di salute articolare. Attività come il nuoto, l’aerobica o lo yoga sono ottime per i giovani pazienti e anzi sono un supporto per la mobilità delle articolazioni e rappresentano uno stimolo alla socialità. Il ruolo dei genitori è determinante: sono loro a dover notare i disturbi fisici dei piccoli ma anche l’impatto psicologico che la malattia sta producendo nelle varie fasi di vita. In questo senso un occhio va posto sul benessere psichico: segni di ansia e stress, che si manifestano ad esempio con un calo del rendimento scolastico, vanno tenuti in considerazione e comunicati al Reumatologo curante, che se necessario suggerirà un supporto psicologico tempestivo utile a prevenire disturbi più seri, come quelli depressivi, che proprio a questa età potrebbero scatenarsi.