Si ritiene che la psoriasi venga ancora oggi diagnosticata 1-2 anni dopo la comparsa delle prime manifestazioni cutanee: un grave problema, dal momento che un avvio tardivo delle terapie ha conseguenze tanto sulla qualità di vita del paziente quanto sul successo delle cure stesse. Le ragioni di questo ritardo sono da ricondurre principalmente a due fattori:
È infatti importante sottolineare la necessità di fare affidamento a consulti specialistici: solo il dermatologo è infatti in grado di porre una diagnosi certa e di distinguere le manifestazioni della psoriasi da quelle di altre patologie cutanee che si presentano talvolta con eritemi, lesioni desquamanti o placche apparentemente simili. A un esame superficiale, infatti, alcune forme di psoriasi potrebbero essere erroneamente diagnosticate come altre condizioni, spesso meno serie e autolimitanti (cioè destinate a guarire senza particolari trattamenti). Ciò è particolarmente vero all’esordio della psoriasi, quando le placche e le altre lesioni cutanee che la caratterizzano si presentano spesso in modo poco definito.
Presentiamo qui una breve carrellata di alcune patologie cutanee che possono manifestarsi in modo simile alla psoriasi, ma che nulla hanno a che fare con essa.
L’esigenza di una diagnosi di psoriasi precisa e puntuale è legata, come detto, alla qualità di vita del paziente ma anche alla sua salute. Una terapia antipsoriasica iniziata troppo tardi può comportare un peggioramento della salute cutanea ma anche e soprattutto sistemica: ricordiamo infatti che la psoriasi può presentare complicanze e manifestazioni extracutanee potenzialmente serie a carico di diversi organi interni. Un paziente psoriasico non trattato adeguatamente mostra infatti un rischio maggiore, ad esempio, di andare incontro a ipertensione e patologie cardiometaboliche. Di fronte a un dubbio, il dermatologo deve essere sempre il punto di riferimento assoluto.