Psoriasi a placche: quali cure?

APPROFONDIMENTI - 5 Marzo 2021

Psoriasi a placche: quali cure?

La psoriasi a placche, detta anche psoriasi volgare, è la forma più diffusa di psoriasi: colpisce infatti l’80 per cento dei pazienti affetti. E’ una patologia infiammatoria cronica che si caratterizza per un quadro clinico molto variabile: si può manifestare infatti con poche lesioni oppure con un interessamento esteso del corpo.

Nella psoriasi a placche le lesioni cutanee sono costituite da placche rosse e ispessite, in rilievo e coperte da desquamazioni bianco-argentee che si staccano con regolarità. Queste possono causare prurito e bruciore e, se irritate, portano al sanguinamento: è pertanto da evitare il grattamento. Le placche psoriasiche possono mantenere la stessa estensione per molto tempo oppure ingrandirsi fino a confluire tra loro.

Dove si manifesta la psoriasi a placche

Nella psoriasi a placche le lesioni si presentano ovunque, ma più frequentemente sulle superfici estensorie, cioè sulla pelle che ricopre aree sottoposte alla sollecitazione dei movimenti degli arti, e quindi in particolare gomiti e ginocchia.

Si presentano frequentemente anche sulla schiena e in particolare nella regione lombosacrale, sul cuoio capelluto, sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. In questi casi le placche si manifestano generalmente in modo simmetrico. In alcuni casi può essere presente un interessamento delle unghie, che si presentano ispessite, deformate o danneggiate.

Psoriasi a placche, le terapie disponibili

Questa forma di psoriasi può manifestarsi a qualsiasi età. Spesso viene diagnosticata in età giovanile, tra i 15 e i 22 anni. Non mancano i casi ad insorgenza tardiva, tra i 50 e i 60 anni, anche se in questi casi la gravità della condizione è generalmente minore rispetto ai soggetti che la sviluppano prima dei vent’anni.

In tutti i casi è nota una familiarità: chi ha familiari già affetti da psoriasi ha maggiore probabilità di svilupparla. Oggi la psoriasi a placche, come tutte le forme di psoriasi, è generalmente ben controllabile grazie alle terapie disponibili. In base all’entità e alla caratteristica delle lesioni, alla loro estensione e all’ impatto psicologico e pratico della patologia sulla vita dei pazienti il medico può optare per trattamenti topici oppure per terapie sistemiche. Buoni successi derivano anche dalla fototerapia, che impiega radiazioni luminose per migliorare la sintomatologia e ridurre l’estensione delle placche.

Monitoraggio e comorbilità

La psoriasi a placche è una malattia cronica: non è a oggi ancora possibile eradicarla definitivamente. Per questo è fondamentale che il paziente tenga sotto controllo la malattia con controlli periodici. Solo così è possibile evitare peggioramenti e, soprattutto, prevenire complicanze e patologie che talvolta sono associate a questa malattia.

Nei casi più gravi la psoriasi a placche, come del resto tutte le altre forme di psoriasi, può associarsi ad artrite psoriasica, ma anche a patologie cardiovascolari e metaboliche. Un approccio specialistico e multidisciplinare, oggi possibile grazie alla presenza sul territorio di molte strutture specializzate nella diagnosi e terapia della psoriasi, consente di monitorare tutti questi aspetti.

Le buone regole da seguire

Un fattore importante è anche quello legato agli stili di vita: molti comportamenti possono contribuire a controllare l’evoluzione della patologia. Ad esempio è importante:

evitare l’uso di detergenti aggressivi che potrebbero portare a ulteriori lesioni e sovrainfezioni;

evitare traumi come tagli e contusioni che potrebbero causare la comparsa di nuove lesioni (il cosiddetto fenomeno di Koebner). Per questo è fondamentale non grattare le placche;

– mantenere la pelle idratata: a questo scopo il dermatologo può suggerire pomate adatte;

– scegliere capi di abbigliamento non sintetici, che potrebbero irritare la pelle;

esporsi al sole con attenzione, senza dimenticare la protezione solare, e secondo indicazioni del medico;

evitare il freddo;

– seguire un’alimentazione adeguata anche per prevenire il sovrappeso, che è un fattore in grado di aumentare lo stato infiammatorio e l’irritazione della pelle nelle pieghe cutanee;

fare attività fisica.

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Fonti

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