Non solo artrite psoriasica: gli altri tipi di artrite

APPROFONDIMENTI - 2 Maggio 2023

Non solo artrite psoriasica: gli altri tipi di artrite

L'artrite psoriasica è solo una delle tante forme di artrite conosciute. Quando parliamo di artrite, ci riferiamo infatti a un insieme di malattie infiammatorie, che colpiscono le articolazioni. Sono tutte caratterizzate da sintomi comuni, con lievi differenze tra una forma e l’altra: di base, provocano dolore, rigidità, gonfiore e arrossamento delle articolazioni. Questi sintomi, se perdurano nel tempo e non sono adeguatamente trattati, possono avere importanti ripercussioni sulla mobilità e sul sostegno dello scheletro.

Le forme più gravi possono inoltre causare deformazioni articolari e compromettere, di conseguenza, la capacità di svolgere anche i più semplici compiti quotidiani.

L'impatto globale delle artriti

Insieme all’artrosi, le artriti sono la prima causa di disabilità, in particolare degli anziani, in Europa e negli Stati Uniti. Per l'impatto che hanno sulla popolazione, in termini di calo di produttività e di costi per terapie e accompagnamento dei pazienti affetti da queste patologie, rappresentano un grave problema di salute pubblica. La loro cronicità ha di per sé un impatto notevole.

Cause e fattori predisponenti

Ad oggi non è nota una specifica causa delle artriti: sappiamo che si tratta di patologie complesse e multifattoriali, le cui origini vanno ricercate sia in fattori genetici sia nello stile di vita. Esistono inoltre notevoli differenze di genere nel rischio di sviluppare alcune forme di artrite rispetto ad altre: per esempio, l'artrite reumatoide è molto più comune tra le donne, a dimostrazione che in alcune di queste patologie anche l'assetto ormonale ha un peso.

Le principali forme di artrite

Esistono più di 100 forme di artrite e le classificazioni non sono sempre chiarissime: alcune tendono a sovrapporsi.

Analizziamo insieme le principali tipologie di artrite, in aggiunta a quella psoriasica:

  • Artrite reumatoide: malattia autoimmune che riguarda l'1% della popolazione mondiale, mentre in Italia l’incidenza è di 1 paziente ogni 250 abitanti. Tende a colpire maggiormente donne tra i 40 e i 50 anni ed è caratterizzata da un attacco anomalo da parte del sistema immunitario nei confronti delle articolazioni. Oltre ai sintomi articolari, può causare danni ad altri tessuti e organi interni.
  • Spondilite anchilosante: malattia immuno-mediata in cui a essere a essere colpite sono le articolazioni della colonna vertebrale. Se non adeguatamente trattata, può portare alla fusione tra loro delle vertebre. Può causare danni anche alle grandi articolazioni, ai tendini, agli occhi, ai polmoni, ai vasi sanguigni e alla cute. Fa parte della più ampia famiglia delle spondiloentesoartriti sieronegative, famiglia in cui peraltro rientra anche l'artrite psoriasica.
  • Artrite reattiva: forma di artrite che si sviluppa successivamente a infezioni, anche ricorrenti, che possono riguardare apparato intestinale, tratto urinario o gola.

  • Artrite secondaria: forma di artrite che può svilupparsi a seguito di altre cause, per esempio un trauma articolare, anche molti anni dopo l’evento.

  • Artrite settica: artrite secondaria a un’invasione all'interno delle articolazioni, nel liquido sinoviale, da parte di agenti batterici o virali come lo stafilococco, il gonococco o i parvovirus.

Altre condizioni che possono causare dolore all'apparato muscolo-scheletrico:

  • Fibromialgia: malattia che causa stanchezza, debolezza e dolori a livello dei muscoli, dei legamenti e dei tendini.

  • Gotta: malattia causata dall’accumulo di cristalli di acido urico all'interno e intorno alle articolazioni. Si manifesta con dolori, arrossamento e gonfiore delle articolazioni. Il dolore in particolare compare improvvisamente, soprattutto di notte.

Si può fare prevenzione?

Fatta eccezione per le forme su base infettiva, non esiste una vera e propria strategia di prevenzione delle artriti. Sicuramente, si può fare diagnosi precoce, rivolgendosi al proprio curante o ad un centro di Reumatologia al manifestarsi dei primi sintomi.

Il Reumatologo, dopo aver effettuato una valutazione clinica (esame obiettivo) e all'occorrenza laboratoristico-strumentale, raccogliendo anche la storia clinica e familiare del paziente, potrà intercettare i primi segnali e intervenire rapidamente, evitando i danni più gravi, le deformazioni articolari e quindi l'impatto sulla vita quotidiana. Anche un’alimentazione e un regime di attività fisica adeguati possono contribuire a ridurre lo sviluppo e l’impatto della malattia.

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Fonti

  1. Artriti, Istituto Superiore di Sanità - EpiCentro

EM-127664

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