"Quest’anno la Giornata è dedicata alla protezione dei minori dal tabacco. Si tratta di un aspetto fondamentale della lotta per una generazione libera dal tabacco, considerato che in media si inizia a fumare verso la fine dell’adolescenza e che molti dei nuovi prodotti sul mercato sono diretti a minori e giovani”. Sono le parole pronunciate dalla Commissaria Europea Stella Kyriakides in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco 2024, celebrata come ogni anno il 31 maggio1.
L’Europa è consapevole dei rischi legati al consumo di tabacco e dei diversi prodotti che lo contengono. Non è un caso che il Piano Europeo di lotta contro il cancro2 abbia incluso tra i suoi obiettivi la creazione entro il 2040 di una “generazione libera dal tabacco”, con meno del 5% della popolazione globale dedita al consumo di questa sostanza.
“Il tabagismo, la dipendenza dalla nicotina e le malattie indotte dal tabacco non dovrebbero avere posto nel futuro dell'Europa” ha aggiunto Kyriakides nel suo discorso, ricordando che “il consumo di tabacco, che rappresenta il maggiore rischio evitabile per la salute nell'Unione europea, causa 700.000 decessi all’anno” 1. In Italia le morti legate al fumo sono circa 93.000 ogni anno3, mentre a livello mondiale i decessi annuali legati al tabacco sono circa 8 milioni, un numero che include anche 1,3 milioni di non fumatori esposti a fumo passivo4: come si legge sul sito del Ministero della Salute,” il tabacco provoca più decessi di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme”. Senza dimenticare che questa pericolosa abitudine è causa anche di numerose malattie, tra le quali anche il tumore del polmone e altre forme di cancro3.
Nonostante i dati scientifici non lascino dubbi sulla pericolosità del fumo, i fumatori nel mondo sono ancora molti e – dato preoccupante – l’uso di prodotti a base di tabacco non risparmia i più giovani. Nel mondo almeno 37 milioni di giovani tra i 13 e i 15 anni di età consumano tabacco (in diverse forme, non solo sigarette) 3. Nei paesi che fanno parte della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) circa 4 milioni di giovani nella stessa fascia di età fanno uso di tabacco: l’11,5% dei ragazzi e il 10,1% delle ragazze3, mentre negli Stati Uniti i dati indicano che il 12,6% degli studenti delle scuole superiori utilizza prodotti a base di tabacco, in particolare sigarette elettroniche, e la percentuale seppur più bassa, raggiunge comunque il 6,6% negli studenti delle scuole medie5.
In Italia, l’indagine sul consumo di tabacco e nicotina negli studenti nell’anno scolastico 2023-2024 del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, ha mostrato che il 30,2% degli studenti tra i 14 e i 17 anni ha utilizzato un prodotto a base di tabacco nei 30 giorni precedenti il sondaggio, con percentuali leggermente più alte per le ragazze rispetto ai ragazzi6. Dalla stessa indagine emerge anche che l’uso di sigarette tradizionali ed elettroniche si concentra soprattutto nei fine settimana e che “il primo tiro” (o “svapo”) con nicotina avviene poco prima dei 14 anni di età6.
Particolarmente preoccupante il dato relativo al “policonsumo” ovvero al consumo contemporaneo di diversi prodotti a base di tabacco (sigarette tradizionali, sigarette elettroniche, ecc): rispetto alla rilevazione del 2022 i dati aggiornati mostrano che il policonsumo è quasi raddoppiato, passando dal 38,7% al 62,4%6.
Perché è così difficile proteggere i giovani dal fumo e dai suoi effetti nocivi sulla salute? La legge in Italia parla chiaro e stabilisce il divieto di vendita di sigarette ai minori di 18 anni (Legge di conversione 8 novembre 2012, n. 189 del decreto 13 settembre 2012), modificando il limite dei 16 anni sancito già 90 anni fa dall'art. 25 del regio decreto 1934. Per i rivenditori che non rispettano queste leggi sono previste sanzioni pecuniarie (multe che arrivano a 8.000 auro in caso di recidiva) e sospensione temporanea o revoca della licenza7. Eppure, sembra che la legge non sia sufficiente per salvaguardare la salute dei ragazzi, tanto che la maggior parte degli intervistati nell’indagine già citata ha affermato di aver acquistato personalmente i prodotti a base di tabacco. I genitori in molti casi sono a conoscenza del fatto che i propri figli fanno uso di prodotti a base di nicotina e tabacco e, in linea generale, sono più propensi a tollerare il consumo di nuovi prodotti come le sigarette elettroniche rispetto a quelle tradizionali6.
E poi ci sono le aziende produttrici che negli ultimi anni si stanno concentrando proprio sui più giovani con campagne di marketing particolarmente aggressive e prodotti considerati più “attraenti” proprio per queste fasce di età6. Come spiegano gli esperti dell’OMS in una pubblicazione dedicata proprio a questo tema, per “conquistare” i ragazzi le industrie puntano sulla forma e sugli aromi dei prodotti a base di tabacco, mettono in campo campagne pubblicitarie pervasive su diversi social media, usano sponsorizzazioni dirette o di eventi pubblici e sportivi (dove permesso), ma utilizzano anche messaggi fuorvianti per influenzare l’opinione pubblica e fare presa sui giovani8. Tra questi, solo per citare un paio di esempi: “siamo sostenibili” e “stiamo riducendo i danni causati dalle sigarette tradizionali”. Le soluzioni? Secondo gli esperti OMS bisogna agire su più fronti, con i governi impegnati attivamente a contrastare queste politiche tanto aggressive8.