Tutta la potenza del microbioma per contrastare le MICI

Tutta la potenza del microbioma per contrastare le MICI

Sfruttare il “potere” del microbioma intestinale per aiutare le persone che soffrono di MICI o altre malattie autoimmuni. È quanto sostengono in uno studio, pubblicato su Cell, i ricercatori Pere Santamaria e Kathy McCoy della Cumming School of Medicine di Calgary, che ricordano come l’associazione batterio-sporco non sia sempre corretta: “Quelli che abbiamo nel nostro intestino hanno in realtà molte funzioni benefiche. Aiutano nel processo di digestione, prevengono le infezioni causate da agenti patogeni ed educano il nostro sistema immunitario su cosa e come combatterlo".

Partendo da questo presupposto, Santamaria e McCoy hanno studiato la funzione di una proteina contenuta nel microbioma, che ha rivelato potenziali impatti in coloro che soffrono di malattie infiammatorie croniche intestinali, perché regola le cellule pro e anti infiammatorie. “Abbiamo scoperto – spiegano i ricercatori nello studio - che una proteina espressa dai batteri dell'intestino, chiamata Bacteroides, lavora per prevenire le malattie infiammatorie, reclutando rapidamente globuli bianchi per uccidere quelle cellule del sistema immunitario che sono responsabili delle MICI. Pensiamo che questo meccanismo sia quello che previene nella maggior parte delle persone la formazione di malattie infiammatorie croniche”, come il malattia di Crohn o la colite ulcerosa.

Purtroppo, l’utilizzo di questa proteina per contrastare le cellule responsabili ha un risvolto negativo: “In alcune persone, i globuli bianchi reagiscono in modo esagerato alla presenza di MICI. La malattia si innesca per l’intervento del sistema immunitario sollecitato dai globuli bianchi a loro volta richiamati dalla proteina. Questi globuli bianchi sovrastimolati sono però la causa di altre malattie, come il diabete. Lo studio dimostra quindi che il cambiamento del microbioma intestinale ha impatti sul sistema immunitario, aumentando il rischio di contrarre altre patologie autoimmuni”.

Questo rovescio della medaglia, però, non toglie ottimismo ai due ricercatori. Da novembre scorso è stato aperta all’interno della Cumming School of Medicine di Calgary una nuova struttura, il Western Canadian Microbiome Center (Wcmc), uno spazio perfetto per studiare ibatteri intestinali. “Saremo in grado di studiare specifici microbiomi intestinali senza altre variabili ambientali da considerare. Questo ci aiuterà a proseguire la ricerca, oltre a completare molti altri studi sugli effetti del microbioma", ha commentato McCoy, che del Wcmc è direttore.

A cura di Paola Perrotta

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Fonti
  • Press release. Study reveals connection between microbiome and autoimmune disorders www.ucalgary.ca/utoday/issue/2017-10-23/study-reveals-connection-between-microbio me-and- autoimmune-disorders
  • Nanjundappa RH, Ronchi F, Wang J. A Gut Microbial Mimic that Hijacks Diabetogenic Autoreactivity to Suppress Colitis. Cell 2017; 171 (3): 655–667.e17.
  • Unitas www.zincmapsunitas.com/References/ReferenceView.aspx?Reference.Id=74125
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