Non esiste solo il tumore al polmone: il fumo di sigaretta è correlato a una grande quantità di patologie neoplastiche. La causa di questa correlazione sarebbero i danni genetici causati dalle sostanze inalate: queste inducono mutazioni che favoriscono l'attivazione della cancerogenesi. Ma non è tutto: da tempo è noto che il tabacco è estremamente dannoso anche per i pazienti con MICI. In particolare, sappiamo che nella malattia di Crohn il fumo contribuisce allo sviluppo della malattia e alle sue riacutizzazioni, oltre che essere responsabile di un aumento del rischio di complicanze mediate dall'infiammazione.
Tuttavia, è anche dimostrato che i pazienti fumatori con rettocolite ulcerosa siano più protetti dalle recidive rispetto ai non fumatori. L'esatto meccanismo di questa curiosa correlazione non è noto, ma di certo non deve in alcun modo essere una scusa, per chi ne è affetto, per non interrompere il vizio o, addirittura, iniziare a fumare. È infatti stato chiarito che i pazienti fumatori con MICI, compresi quelli con rettocolite ulcerosa, hanno un maggior rischio di tumori intestinali rispetto ai non fumatori.
Uno studio interessante su questo tema è stato pubblicato lo scorso anno su Clinical Gastroenterology and Hepatology e ha dimostrato come i pazienti con MICI che fumano sigarette, o che le hanno fumate nel corso della loro vita, sono a maggior rischio di cancro al colon-retto. Tale rischio va ad aggiungersi a quello, già più elevato rispetto alla popolazione generale, di essere colpiti da neoplasie a carico del piccolo e grande inestinto: si ritiene, infatti, che lo stato di infiammazione cronico recidivante, caratteristico delle MICI a livello ileale e colico, sia verosimilmente uno dei meccanismi principali della maggiore incidenza di tumori intestinali tra i soggetti con malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa.
Questo rischio accresciuto è influenzato da vari fattori, tra cui l'estensione e la durata di malattia, soprattutto dopo otto anni dall’esordio.
Nel corso dello studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.386 pazienti con MICI, precedentemente sottoposti a screening per tumori intestinali, valutando i fattori clinici e stratificando i pazienti per rischio di carcinoma colorettale. Dai risultati è emerso che l'11,5% dei soggetti aveva poi sviluppato la malattia tumorale.
Incrociando i dati, è stato possibile rilevare come tra i pazienti con rettocolite ulcerosa e con malattia di Crohn, lo stato di fumatore o ex fumatore è certamente correlato a un incremento di rischio, anche se in modi diversi.
Ad esempio, nella malattia di Crohn, a differenza della rettocolite ulcerosa, la probabilità accresce anche in chi è stato esposto solamente a fumo passivo.
Da queste considerazioni, emerge l'imperativo di non fumare o smettere quanto prima. È evidente quanto per i pazienti con MICI sia fondamentale un follow-up costante, che consenta una diagnosi precoce di eventuali lesioni sospette in senso neoplastico: questo vale per tutti i pazienti e a maggior ragione per chi è fumatore o lo è stato.
Poiché la maggior parte delle neoplasie colorettali origina da lesioni displastiche, la migliore strategia è rappresentata dalla sorveglianza endoscopica: la colonscopia, eseguita con periodicità indicate dal gastroenterologo e possibilmente con le nuove tecnologie che rendono più agevole l’identificazione delle aree displastiche, è quindi fondamentale per tutti i pazienti con MICI e in particolare per chi fuma.
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