Come per tutte le patologie, anche nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) esistono segni e sintomi tipici. Alcuni di questi possono indurre un medico di medicina generale o un gastroenterologo, posto di fronte a un paziente che li presenta, a sospettare una malattia di Crohn o una rettocolite ulcerosa. Come ben noto, i sintomi più tipici di entrambe le patologie sono:
- dolori addominali;
- diarrea (in alcuni casi con presenza di sangue);
- dimagrimento.
Si possono presentare anche altri sintomi secondari come:
- febbricola;
- stanchezza;
- dolori articolari.
Va detto però che da un lato alcuni di questi sintomi non sono specifici di queste patologie, ma possono essere presenti anche in altre condizioni intestinali. Dall'altro, non sempre la rettocolite ulcerosa e, soprattutto, la malattia di Crohn presentano questa sintomatologia in modo chiaro. Per alcuni pazienti affetti da quest'ultima patologia i sintomi possono persino non essere presenti quasi per nulla, tanto che la diagnosi può arrivare in maniera casuale e del tutto inaspettata. Al contrario, nella rettocolite ulcerosa le scariche diarroiche sono sempre accompagnate da sangue, e ciò spinge inevitabilmente il paziente a recarsi spontaneamente dal medico o al pronto soccorso.
È in ogni caso importante che un paziente con uno o più di questi sintomi parli al medico di medicina generale che lo indirizzerà al gastroenterologo. Nella maggioranza dei casi episodi di diarrea o di dolore addominale sono transitori, legati magari a disbiosi oppure a una sindrome dell'intestino irritabile. Tuttavia quando questi sintomi dovessero perdurare, e magari affiancarsi a un dimagrimento importante, il medico potrà avanzare un sospetto di MICI.
Di fronte a un paziente con questa sintomatologia il gastroenterologo raccoglie prima di tutto l'anamnesi per poi passare alla palpazione dell'addome, utile a evidenziare:
- tensioni;
- segni di interessamento peritoneale;
- dolorabilità;
- un'eventuale presenza di masse che potrebbero essere riconducibili a stenosi già in atto in pazienti con malattia di Crohn.
Successivamente il medico prescriverà una serie di accertamenti di laboratorio, cioè esami del sangue e delle feci. Tra questi, due valori sono utili a discriminare una MICI da una patologia non infiammatoria, come la sindrome dell'intestino irritabile: si tratta della proteina C reattiva (Pcr), rilevata nel sangue, e della calprotectina fecale, nelle feci. Dosaggi elevati di una o entrambe queste proteine possono portare a un fondato sospetto di MICI. In questi casi è sempre necessaria la colonscopia che, grazie a un esame visivo della mucosa del colon e dell'ultima parte dell'intestino tenue, consente di confermare la presenza di una delle due malattie. La diagnosi definitiva, però, è posta solo dopo l'esame istologico (biopsia) condotto asportando piccolissimi frammenti di mucosa intestinale nel corso della colonscopia.