La Storia di Gianmarco

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La Storia di Gianmarco

Tutto è cominciato durante la pandemia. E' sempre difficile scoprire di avere una malattia cronica devastante come sono le MICI, ma farlo in piena emergenza Covid, con gli ospedali praticamente chiusi, e senza sapere cosa sarebbe accaduto l'indomani, è ancora peggio. Premesso questo, ecco come ho scoperto, a 45, anni di avere la rettocolite ulcerosa, e come sto oggi.

Venivo da un periodo di grande stress emotivo. Ho avuto una brutta dissenteria, così brutta che mi piegavo in due dal dolore, non riuscivo ad alzarmi dal letto, se non per le continue scariche che mi costringevano a correre in bagno. Nel giro di una settimana avevo perso 4 kg, senza sapere perché e senza che le prime indicazioni del mio medico servissero a nulla. Disperato, sono andato in Pronto soccorso, ma gli ospedali, di fatto completamente travolti dalla pandemia, erano pieni. Anche solo arrivare a un accertamento diagnostico è stato difficile: ci sono voluti trenta giorni e altri sei kg persi prima che qualcuno mi dicesse che cosa mi stava succedendo e mi prescrivesse una terapia. “Finalmente”, ho pensato sul momento. Ma non posso negare che anche dopo la diagnosi è stato difficile, sebbene la mia malattia, dopo un anno e mezzo di cure, sia al momento in una fase stazionaria.

Oggi la rettocolite ulcerosa mi impedisce di fare un bel po' di cose, come le trasferte dai clienti. Ad essere particolarmente difficili sono soprattutto i periodi di lavoro intenso.

Malgrado questo, ho cercato di imparare a gestire questa scomoda compagna di viaggio. Così ho provato con la meditazione, che almeno in parte mi è di aiuto, anche se non è sufficiente. Le cose più banali, come mangiare, sono ancora difficili, soprattutto in mancanza di regole chiare: a oggi nessuno mi ha dato indicazioni particolari, tutto quello che mi è stato detto è stato un generico “regolati con le fibre”. Così, di mia iniziativa, mi sono rivolto a un nutrizionista e naturopata, naturalmente a pagamento, per trovare una strada che mi faccia stare un po' meglio attraverso l'alimentazione più corretta. Certo, la terapia farmacologica è importante, ma la cura non passa solo per i medicinali. Penso infatti che si debba guardare a tutta la persona malata, e non solo a un pezzettino, considerare l'insieme, al contrario di quanto fa il nostro sistema sanitario con un po' leggerezza. Oggi va così, domani speriamo meglio e spero di tornare a raccontarvelo.

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