MIELOMA MULTIPLO
» Durante la pandemia abbiamo assistito a una vera e propria esplosione nei servizi e negli strumenti di assistenza a distanza mediata da dispositivi digitali, quali computer, tablet, smartphone o smartwatch.
Questo tipo di assistenza remota si è affermato sia per rispettare le misure di distanziamento sociale sia per proteggere pazienti fragili, come per esempio quelli oncologici, dal rischio di esporsi al Sars-CoV-2, il virus che causa COVID-19.
La domanda che molti si pongono a questo punto è se questi dispositivi possono avere un ruolo nel futuro dell’assistenza oncologica, in particolar modo per seguire e supportare lontano dagli ospedali quei pazienti che non hanno più bisogno –oppure hanno ancora bisogno -di trattamenti.
Secondo uno studio della Harvard Medical School, potrebbe essere uno scenario percorribile. Analizzando i dati raccolti dal sondaggio Health Information National Trends Survey, i ricercatori statunitensi hanno esaminato eventuali differenze tra un gruppo dipazienti sopravvissuti ad un tumore e la popolazione generale, in termini di proprietà, uso e utilità percepita dei dispositivi digitali e di app specifiche per la promozione della salute.
I ricercatori hanno anche tenuto conto dei fattori in grado di predire l’uso o meno di questi dispositivi da parte dei pazienti: età, condizioni economiche e livello di istruzione.
Secondo quanto riportato dagli studiosi sulla rivista Psycho-Oncology, già da prima di COVID-19, non c’era una differenza significativa tra popolazione generale e pazienti in termini di proprietà, uso di dispositivi digitali e utilità percepita per il monitoraggio della propria salute e per comunicare con il proprio medico.
La principale differenza era, invece, quellatra pazienti sopravvissuti a un tumore che adoperavano applicazioni di salute attraverso il loro smartphone e quelli che invece non avevano la stessa possibilità. I primi, infatti, avevano una probabilità più alta di seguire le raccomandazioni in termini di alimentazione ed esercizio fisico rispetto ai secondi.
Dalle osservazioni compiute nel corso del loro studio, i ricercatori di Harvard ritengono che questi dispositivi potrebbero divenire uno strumento concreto di assistenza, a patto che siano accessibili indipendentemente dalle possibilità economiche individuali e in termini di usabilità al maggior numero di pazienti.
Un altro studio, sempre pubblicato su Psycho-Oncologyma nel 2020, ha sostenuto una posizione simile: l’impiego di dispositivi digitali potrebbe migliorare la comunicazione tra medici e pazienti sopravvissuti a un tumore, oltre ad aiutare nella segnalazione e gestione dei sintomi, nel prendere decisioni, nel prendersi cura del benessere emotivo e migliorare la qualità di vita.
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Onyeaka HK, Zambrano J, Longley RM, Celano CM, Naslund JA, Amonoo HL. Use of digital health tools for health promotion in cancer survivors, Psycho-Oncology2021. doi: 10.1002/pon.5677. [ABSTRACT].
Hong YA. Hossain M, Chou W-Y S. Digital interventions to facilitate patient-providercommunication in cancer care: A systematic review, Psycho-Oncology2021. doi: 10.1002/pon.5310. [ABSTRACT].