Cosa fare per preservare le proprie possibilità di diventare genitore

LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA

Cosa fare per preservare le proprie possibilità di diventare genitore

Quando si riceve una diagnosi di leucemia o di linfoma, le preoccupazioni principali riguardano l’immediata sopravvivenza e la scelta dei trattamenti più appropriati. Si tendono a tralasciare altre questioni, forse meno immediate, come la…

» Quando si riceve una diagnosi di leucemia o di linfoma, le preoccupazioni principali riguardano l’immediata sopravvivenza e la scelta dei trattamenti più appropriati. Si tendono a tralasciare altre questioni, forse meno immediate, come la possibilità di diventare genitore, che potrebbe essere compromessa. Eppure, soprattutto se la malattia non insorge in età avanzata o se si presenta quando ancora non si hanno avuti dei figli, è importante sapere ci sono alcuni passi che si possono intraprendere, prima di cominciare un trattamento, per preservare, almeno in parte, le chances di diventare genitori.

Non tutti i trattamenti hanno un impatto sulla fertilità, il rischio dipende da diversi fattori come età, tipo e dosaggio di chemio o radioterapia, l’aver subito o meno un trapianto di midollo o di cellule staminali. Inoltre, come ricorda la Leukemia and Lymphoma Society, alcuni pazienti possono avere problemi di fertilità prima ancora di cominciare un trattamento: per esempio, circa due pazienti maschi su tre con un linfoma di Hodgkin hanno una conta spermatica bassa al momento della diagnosi.

Ogni paziente dovrebbe discutere la questione con il proprio oncologo per conoscere il proprio livello di rischio e per capire quali solo le possibili opzioni per preservare la propria.

Opzioni per gli uomini

La crioconservazione dello sperma implica la raccolta dello sperma che, una volta esaminato per confermare la presenza di spermatozoi mobili nel seme, è immerso in azoto liquido, a una temperatura di -196 °C. Così congelato, viene conservato per un possibile uso futuro, ad esempio per essere adoperato per successive tecniche di fecondazione in vitro. Questa è l'opzione di conservazione della fertilità con la più alta probabilità di successo per gli uomini.

Per i pazienti che non sono in grado di eiaculare con la masturbazione, a causa di dolore, imbarazzo o credenze religiose, lo sperma viene può essere raccolto attraverso elettroeiaculazione prima di essere crioconservato. In questo caso il paziente è sotto anestesia e si adopera una corrente elettrica per stimolare l’eiaculazione.

Per i pazienti che non hanno spermatozoi nello sperma o per i ragazzi che ancora non hanno attraversato la pubertà ci sono altre possibilità, per esempio l’estrazione testicolare dello sperma o la crioconservazione del tessuto testicolare.

Opzioni per le donne

Per le donne si può ricorrere alla crioconservazione degli embrioni: la paziente deve sottoporsi a un trattamento di almeno 10 giorni di stimolazione ovarica e, successivamente, all’estrazione di ovociti maturi. Questi vengono successivamente fecondati in laboratorio con lo sperma di un partner o di un donatore per creare embrioni che tra la terza e la quinta giornata sono poi congelati, anche in questo caso in azoto liquido a -196° o attraverso una metodologia chiamata di vitrificazione, e conservati in una biobanca per un possibile uso futuro. Il congelamento degli embrioni rappresenta un’opzione con un’alta percentuale di successo.

Esiste anche la crioconservazione degli ovociti: come nella conservazione degli embrioni, anche in questo caso la paziente deve sottoporsi a un trattamento ormonale di almeno di 10 giorni per stimolare le ovaie. Questo è forse il limite maggiore di questa tecnica, che ritarda il trattamento chemioterapico o radioterapico di circa due o tre settimane. Dopo la stimolazione ovarica, gli ovociti maturi sono estratti sotto anestesia e congelati, senza però essere fecondati.

Queste tecniche impongono necessariamente un ritardo nell’inizio del trattamento oncologico. Per quelle donne che non posso permettersi questo ritardo o per le ragazze che non hanno ancora superato la pubertà, esiste un’altra possibilità: il congelamento del tessuto ovarico. In questo procedimento parte dell’ovaio o l’intera ovaia viene prelevato in laparoscopia e crioconservato. In seguito, potrà essere reimpiantato nella paziente. Proprio nel caso di tumori del sangue, tuttavia, prima del reimpianto si deve eseguire un esame istologico di questo tessuto perchè ci sono delle possibilità che contenga metastasi.

Se le ovaie si trovano nel campo di trattamento delle radiazioni, le pazienti possono sottoporsi a una procedura chirurgica minore chiamata trasposizione ovarica, che consiste nello spostamento delle ovaie al di fuori del campo di radiazione, per ridurre al minimo l'esposizione e il danno da radiazioni.

Altre opzioni

È bene sapere, prima di spaventarsi troppo che molti uomini e donne sono in grado di concepire naturalmente dopo il trattamento del cancro, anche se generalmente i medici consigliano di aspettare almeno due anni dopo il completamento del trattamento prima tentare di avere un figlio.



Quando, invece, questo non è possibile, e magari non si è avuto modo di prendere uno di quei provvedimenti citati prima, non bisogna comunque scoraggiarsi. Ci sono altri modi per costruire una famiglia. Per esempio, attraverso fecondazione eterologa, adoperando ovociti o sperma da donatore che, originariamente vietata dalla legge 40/2004 che regola la procreazione medicalmente assistita, è diventata legale grazie a una sentenza della corte costituzione del 9 aprile 2014.

Infine, una coppia non deve dimenticare che per essere genitori si può anche scegliere di adottare un bambino.

Non esiste una soluzione che vada bene per tutti né fisicamente né emotivamente, quindi parlare con gli specialisti e all’interno della coppia, se ce ne è una, è fondamentale. Ogni paziente e ogni coppia deve compiere le proprie scelte in maniera informata e autonoma, senza avere paura di chiedere tutte le informazioni del caso al proprio medico e a qualsiasi figura che possa dare supporto e conoscenza: oncologo, ematologo, ginecologo, andrologo, psicologo e psichiatra, legale specializzato...

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Bibliografia e Fonti:

Blumenfeld Z, Fertility Preservation in Leukemia, The Oncologist 2018; 23: 645-646. doi: 10.1634/theoncologist.2017-0635.

Leukemia & Lymphoma Society. Managing Your Cancer: Fertility (Ultimo accesso 29 Marzo 2019).

Ministero della Salute. Piano nazionale per la fertilità (Ultimo accesso 10 Aprile 2019).

Associazione Italiana di Oncologia Medica AIOM. Linee Guida: Preservazione della fertilità nei pazienti oncologici, edizione 2018.

Cancer Research UK. Ways to keep your fertility (Ultimo accesso 07 Aprile 2019).

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