La sclerosi multipla (SM) può determinare, in alcuni pazienti, disturbi cognitivi.1
Si verificano nel 40%-70% delle persone con SM, a seconda dei differenti studi considerati e dei metodi impiegati, e hanno un impatto significativo sulla qualità della vita.1 Le persone con SM con disturbi cognitivi hanno maggiori probabilità di riferire perdita di autostima, ridotta partecipazione ad attività sociali e tassi più elevati di divorzio.1 Studi condotti con disegni diversi indicano che i disturbi cognitivi sono i più forti predittori della riduzione di responsabilità lavorative o di abbandono del lavoro.1
I disturbi cognitivi nella SM si presentano più frequentemente come una ridotta velocità di elaborazione delle informazioni, così come una compromissione della memoria o della capacità di richiamare alla mente ricordi recenti o remoti.1 Possono essere coinvolte anche la fluidità verbale e le funzioni esecutive.1
Il linguaggio di base, la memoria semantica e la capacità di attenzione vanno raramente incontro a compromissione.2
Gli studi di risonanza magnetica mostrano che variazioni diffuse nei network cerebrali contribuiscono ai disturbi cognitivi e l'atrofia* della materia grigia è un segno precoce di un potenziale futuro declino cognitivo.2 In effetti, strettamente legati ai disturbi cognitivi sono l'atrofia della materia grigia in determinate aree cerebrali, l'interruzione dei network neurali e gli scarsi meccanismi compensatori basati sulla riserva cognitiva; quest’ultima, sebbene possa inizialmente compensare i deficit cognitivi, va incontro a malfunzionamento progressivo e non consente al cervello di ovviare a danni strutturali crescenti per continuare a funzionare in modo corretto.2
Esistono evidenze scientifiche abbastanza solide in merito ai benefici del training cognitivo nei pazienti con SM.2 Per esempio, un approccio si basa su un programma di training ripetitivo per funzioni cognitive mirate (ad esempio, velocità di elaborazione e memoria di lavoro), spesso tramite programmi computerizzati in ospedale, o a domicilio tramite training seguito da remoto (teleriabilitazione).2 Un’analisi condotta sui risultati di 20 studi ha riportato effetti di entità da piccola a moderata per velocità di elaborazione cognitiva, funzione esecutiva e memoria.2
Tuttavia, gli effetti sono diminuiti dopo l'allenamento, suggerendo la necessità di sessioni ripetute.2
I risultati promettenti delle terapie di riabilitazione cognitiva nei pazienti con SM offrono l'opportunità di una migliore comprensione dei meccanismi sottostanti associati alla risposta al trattamento, che dovrebbero essere ulteriormente studiati nella ricerca futura.2
Inoltre, alcuni ricercatori stanno combinando la riabilitazione cognitiva con altre forme di
intervento, come la terapia cognitivo comportamentale, la stimolazione transcranica a corrente continua e l'esercizio aerobico, per massimizzare gli effetti.2 Per questi approcci combinati, sebbene promettenti, sono necessarie ulteriori ricerche prima di un’applicazione nella pratica clinica.2
*L'atrofia cerebrale – la perdita di cellule nervose (neuroni) e delle connessioni che le aiutano a comunicare fra loro all’interno dei tessuti del cervello – si verifica in molti disturbi che colpiscono il cervello, come ictus, malattia di Alzheimer, lesioni cerebrali traumatiche, sclerosi multipla o infezioni.3 L'atrofia del cervello può interessare diverse aree, a seconda della malattia coinvolta.3
Benedict RHB et al. Review Lancet Neurol. 2020 Oct;19(10):860-871.
Cerebral atrophy. NIH – National Institute of Neurological Disorders and Stroke.
www.ninds.nih.gov/health-information/disorders/cerebral-atrophy
EM-131565