L’infezione da HIV nel bambino piccolo può essere particolarmente pericolosa dato che il sistema immunitario è ancora immaturo e ha bisogno di alcuni anni per potersi sviluppare completamente.
Per tutelare la salute dei bambini è, quindi, estremamente importante che le mamme si sottopongano al test per l’HIV (prima o anche nel corso della gravidanza) allo scopo di mettere in atto, in caso di infezione, le misure terapeutiche volte a impedire, o quantomeno limitare, la trasmissione del virus.
Questo perché, purtroppo, le mamme con infezione da HIV non in terapia antiretrovirale efficace possono trasmettere il virus al proprio bambino:
Nel caso in cui il bambino abbia contratto il virus è comunque possibile intervenire e gestirlo al meglio. In particolare, il Ministero della Salute raccomanda che, in tutti i bambini al di sotto dei 15 anni, l’infezione venga gestita con:
Non vanno trascurate le implicazioni che la malattia può avere nella vita familiare e scolastica, nello svolgimento delle attività ricreative e sportive, e in tutta la sfera sociale e psicologica del bambino.
L’ordinamento italiano definisce la riservatezza come un diritto inalienabile di ogni persona, sia essa adulta o minore.
Tuttavia oggi i minori di 18 anni non possono effettuare il test per l’HIV senza il consenso del genitore o di chi ne esercita la patria potestà.
Questo ha creato e continua a creare un problema non indifferente in tutti quei casi in cui un minore adolescente, che sa di essersi trovato in una situazione a rischio, per evitare di parlarne con i genitori decide di non eseguire il test per l’HIV, mettendo in pericolo la propria salute e quella degli altri. Questa norma delinea un vero e proprio conflitto a cui non è ancora stata trovata soluzione: da un lato, il minore dovrebbe avere il diritto di vedere tutelata la propria salute e la riservatezza dei propri dati sanitari; dall’altra, i genitori, o chi per essi, dovrebbero avere il diritto e il dovere di essere informati riguardo a ogni trattamento sanitario al quale viene sottoposto il minore e dare il proprio consenso.
Il parere dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza del febbraio 2019 ha rappresentato un’importante svolta esprimendo parere favorevole all’introduzione di norme che consentano ai minorenni di sottoporsi al test per l’HIV (e per le altre infezioni sessualmente trasmissibili) anche senza il preventivo consenso dei genitori.
Ma esistono delle condizioni che devono essere rispettate: