Un fenomeno in crescita anche tra i più giovani, ma non sempre facile da riconoscere. Ecco qualche informazione per prendersi cura del benessere mentale dei propri figli.
La depressione è una patologia psichiatrica diffusa e trasversale che può interessare sia gli adulti sia i giovani e gli anziani, sia gli uomini sia le donne (nelle donne il disturbo si presenta circa due volte di più rispetto agli uomini1). Anche a seguito di cambiamenti sociali epocali, come l’avvento dei social media o la crisi pandemica con tutto ciò che ne è conseguito, non solo a livello sanitario, la depressione giovanile è un fenomeno in preoccupante crescita e non sempre immediatamente individuabile. Infatti, in alcuni casi, può non essere facile riconoscere le varie sfumature di questa patologia senza confonderne i segnali con i tratti tipici dell’adolescenza.
L’adolescenza è, di per sé, un periodo complesso per i ragazzi - un periodo di crescita, di grandi cambiamenti, di scoperta di sé e degli altri - e gli "alti e bassi” di questa fase di transizione potrebbero finire, in casi specifici, per nascondere agli occhi dei genitori disturbi emotivi caratterizzati da sensazione di perenne tristezza o disperazione e dalla perdita di interesse per le attività quotidiane. Come può, quindi, un genitore comprendere efficacemente il malessere emotivo di un figlio? Poiché le cause e le manifestazioni della depressione nell'adolescenza possono essere diverse e dipendere da molteplici fattori, l’argomento merita un approfondimento.
Il disturbo depressivo è stato inserito nel 1980 all’interno del DSM-III, il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, giunto oggi alla sua quinta Text Revised (DSM-5-TR). Secondo la descrizione data da William Coryell (University of Iowa Carver College of Medicine), “i disturbi depressivi sono caratterizzati da tristezza tanto grave o persistente da interferire con il funzionamento e, frequentemente, da diminuzione d'interesse o di piacere nelle attività. La causa precisa è sconosciuta ma probabilmente include una componente ereditaria, modificazioni nei livelli neurotrasmettitoriali, alterazioni della funzione neuroendocrina e fattori psicosociali”. Come descritto dal DSM-5-TR, per la diagnosi di depressione maggiore, almeno cinque dei seguenti sintomi devono essere stati presenti quasi ogni giorno durante lo stesso periodo di due settimane, e uno di essi deve essere un umore depresso o una perdita di interesse o di piacere: significativi aumento o perdita di peso oppure diminuzione o aumento dell'appetito; insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotorio osservati da altri (non semplicemente auto-riferiti), astenia o perdita di energia, sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati, diminuita capacità di pensare o concentrarsi o indecisione, pensieri ricorrenti di morte o di suicidio, un tentativo di suicidio, o un piano specifico per effettuarlo1. Per quanto riguarda invece l’eziologia della malattia, non è nota una sua causa esatta ma possono contribuire alla sua comparsa sia fattori genetici, ambientali e psicosociali (gravi stress esistenziali, separazioni e perdite). L’organizzazione mondiale della sanità (WHO) valuta la depressione come uno dei disturbi più invalidanti al mondo con un costo sociale elevatissimo in quanto, oltre alle problematiche psichiatriche, è associato a un aumentato rischio di sviluppare diabete, disturbi cardiaci e ictus2.
La depressione giovanile è più diffusa di quanto si possa pensare. Secondo la recente ricerca "#WithYou Wellness Training For Health - La Psicologia con te" pubblicata da Unicef Italia, Uos Psicologia clinica e il Policlinico Gemelli di Roma in occasione dell’edizione 2023 della Settimana Europea della salute mentale (dal 22 al 28 maggio), ben il 39% dei ragazzi soffre di ansia o depressione e quasi la metà di disturbi dell’apprendimento. Nel comunicato stampa ufficiale dello studio, realizzato con l’obiettivo di tracciare una panoramica sullo stato della salute mentale dei giovanissimi aggiornata con la fine dell'emergenza Covid, si può leggere che nel campione preso in esame “è stato possibile constatare che in 383 valutazioni (39%) si evidenzia un’alterazione clinicamente significativa nella scala Internalizzante, costituita dalle sottoscale Ansia/Depressione (30%), Alienazione/Depressione (23%) e sintomi psicosomatici che non hanno una base medica accertata (21%); mentre in 176 valutazioni (18%) si evidenzia un’alterazione clinicamente significativa nella scala Esternalizzante, costituita dalle sottoscale Comportamento Dirompente (9%) e Comportamento Aggressivo e iperconnessione (13%). Di questi, 149 (16%), presentano una compromissione globale più marcata e generale, con alterazione della personalità su diverse dimensioni psicologiche e psichiatriche”3.
È importante sottolineare quanto la recente pandemia da Covid-19 abbia sconvolto la normalità e la routine dei più giovani: il lockdown, con conseguente privazione di interazioni sociali e l’aumento dell’utilizzo dei social network per mantenere vivi i rapporti con l’esterno, la perdita dei cari, la paura della malattia, la didattica a distanza, le difficoltà economiche con cui tante famiglie hanno dovuto fare i conti sono solo alcuni dei fattori di stress che hanno impattato l’adolescenza dei giovani di tutto il mondo.
La scuola, le relazioni interpersonali, le alte aspettative sociali e l’identità personale in continua evoluzione possono provocare negli adolescenti altissimi picchi di stress. Questo - unitamente a eventi particolarmente traumatici (un lutto, un abuso o lo stress post pandemico a cui abbiamo accennato poco fa) e ad altri fattori (quali la genetica o la predisposizione familiare) - può giocare un significativo ruolo nello sviluppo della depressione giovanile che, almeno in un primo momento, potrebbe generare numerosi fraintendimenti ed essere confusa coi disturbi legati all’adolescenza. “Depressione” è infatti un termine che viene usato talvolta a sproposito, magari per identificare un malumore passeggero, una delusione temporanea o comunque, più in generale, un periodo “no”; il più delle volte, può trattarsi di depressione quando “il malumore è talmente grave o si protrae talmente a lungo che la persona non riesce a svolgere le attività quotidiane o a partecipare ad attività altrimenti piacevoli” . Anche nel caso della depressione giovanile, i sintomi sono molteplici, vari e possono presentarsi in modo diverso in ogni paziente. In linea generale, gli aspetti tipici della malattia sono l’umore deflesso e la perdita di interesse verso le normali attività quotidiane, a cui si possono aggiungere:
disturbi fisici quali mal di stomaco o cefalea;
problemi a prestare attenzione e a concentrarsi;
disturbi del sonno.
La conoscenza degli indicatori è importante per intervenire tempestivamente rivolgendosi al proprio medico. Per effettuare la diagnosi, infatti, oltre ai criteri clinici e all’identificazione della sintomatologia, è anche possibile avvalersi di strumenti diagnostici strutturati.
Depressione e malessere emotivo concorrono a creare una situazione familiare di forte incertezza che può coinvolgere la famiglia nella sua interezza. Aiutare un figlio adolescente depresso passa, prima di tutto, dal prendere sul serio eventuali segnali di disagio e dal rivolgersi a professionisti per capire come sia più opportuno muoversi.
Policlinico Gemelli
NIMH
World Health Organization
Manuali MSD
I.R.R.C.C.S Ospedale San Raffaele
Sanità24
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