Gli effetti della depressione sul cervello

Gli effetti della depressione sul cervello

Gli effetti della depressione sulla persona sono numerosi e coinvolgono tutto il corpo, non solo la sfera psicologica: recenti studi hanno infatti dimostrato che, se non curata, la depressione può cambiare il cervello.

Anche se per molti aspetti la depressione appare come un disturbo dell’umore e legato alla sfera emotiva, in realtà è una malattia vera e propria, che produce anche cambiamenti fisici e chimici sul cervello, soprattutto se non curata adeguatamente.

A confermare questa scoperta è la ricerca di un gruppo di studiosi canadesi del Centro per le dipendenze e la malattia mentale (Camh) di Toronto, pubblicata su The Lancet Psychiatry: secondo le loro ricerche infatti, la depressione se non viene curata o se si protrae per oltre 10 anni, riesce a cambiare il cervello, fino ad arrivare ad essere accostata, come processo, alle malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer e Parkinson. Non si tratta quindi di un’alterazione emotiva temporanea e i cambiamenti che avvengono nel cervello rendono la depressione difficile da controllare.

Per avere conferma di ciò, i ricercatori hanno studiato la traccia dell’infiammazione su un campione non ampissimo ma significativo: i volontari con più di 10 anni di depressione non trattata sono stati 25, altrettanti quelli con depressione non trattata inferiore ai 10 anni e 30 persone senza problemi mentali come gruppo di controllo, tutti di età tra i 18 e i 75 anni.

Quello che hanno scoperto, grazie alla PET, una nuova tecnologia di visualizzazione del cervello, è che l’infiammazione è maggiore dopo dieci anni di depressione. Il sistema di difesa del cervello è infatti costituito da un insieme di cellule immunitarie chiamate microglìa, che sono coinvolte nella normale infiammazione del cervello a seguito, per esempio, di un trauma o una ferita. Per misurare l’infiammazione, i ricercatori hanno seguito i valori della proteina traslocatrice TSPO, un marker biologico dell’infiammazione stessa, in quanto prodotta dalla microglìa quando aumenta il suo lavoro di difesa immunologica.

Il risultato di tale ricerca è che i pazienti che soffrono di depressione, senza averla mai curata, hanno presentato un trenta per cento in più di tale proteina e, dunque, di maggiore infiammazione rispetto al gruppo di controllo di persone sane. Anche gli altri pazienti lungamente depressi, che solo per periodi brevi non hanno preso farmaci, hanno mostrato un’infiammazione ridotta a quella di chi non ha mai curato questa malattia, ma comunque superiore alle persone non malate.